Cristiano Masi (CascinaOltre) si presenta alla città: "No alla paura, sì ai sogni"
Il candidato a sindaco dichiara guerra alla Lega e al suo sistema di potere. "Sono finito nel mirino della Lega, ho deciso di oppormi con tutte le mie possibilità"
La campagna elettorale per le amministrative di Cascina, da venerdì sera, vede in campo ufficialmente un nuovo peso massimo: Cristiano Masi, candidato della lista CascinaOltre.
Con una cena presso il circolo Arci di Casciavola, Cristiano Masi ha parlato al suo elettorato.
Al centro del suo primo intervento pubblico le paure scatenate dal governo della Lega e i sogni, la base del suo progetto di rilancio della città.
Riporta una nota di CascinaOltre
Si è tenuta ieri sera a Casciavola la cena di presentazione della lista CascinaOltre e del suo candidato sindaco Cristiano Masi.
Una serata bella e conviviale, dove si è respirata un'aria nuova, fresca e lontana dalle vecchie logiche dei partiti.
L'entusiasmo e la voglia di cambiare Cascina, superando il disgraziato governo leghista, saranno il faro della campagna elettorale.
Durante la cena è stata espressa anche la massima solidarietà per Meryem Ghannam, appassionata sardina del territorio, che è stata bersaglio di pesanti critiche da parte di Salvini e minacce di morte dai sostenitori della Lega. Commenta il coordinatore della lista Giovanni Greco: "Un comportamento vergognoso che ci segnala ancor di più quanto l'odio e l'egoismo debbano essere estirpati facendo prevalere il senso di comunità e di solidarietà."
La cena è proseguita con la presentazione di alcuni candidati e l'intervento di Cristiano Masi:
"Prima di tutto vorrei presentarmi: mi chiamo Cristiano, ho 38 anni, ho tre figlie, sono sposato con Giulia e vivo a San Prospero. Da quindici anni gestisco una cooperativa del territorio che si occupa di progetti di circo sociale, clown dottori in ospedale e inclusione dei più deboli nella società.
Ho sempre lavorato con tranquillità, cercando di impegnarmi nelle mie attività, portando avanti i valori della mia cooperativa, senza mai attaccare nessuno. D’altra parte, non è un mistero per nessuno che sono sempre stato di sinistra. E quindi, tra i vari obiettivi che la Lega a Cascina ha preso di mira, sono finito anch’io. Senza soffermarmi sulle vicende in sé, che tutti conoscono, voglio solo dire che in quella situazione avevo due possibilità: subire e cercare una alternativa, oppure oppormi con tutte le mie possibilità.
Credo che sia sempre la cosa migliore lottare per le proprie idee, per la libertà e per la giustizia, e così ho fatto. E durante questa lotta ho trovato tanti sostenitori, tanti compagni, tante persone che, al di là della loro appartenenza, hanno deciso di lottare insieme a me. E che mi hanno aiutato a smascherare quell’idea che la Lega fosse imbattibile, che bisognasse rassegnarsi in attesa di nuove elezioni. E invece no, la Lega e la destra si possono combattere ogni giorno, mostrando apertamente i soprusi, gli errori, smontandone i pregiudizi.
In quei mesi ho capito che non c’è da avere paura della Lega. Alcuni sventolano la Lega come il vero problema, ma io penso che la Lega non è un problema in sé.
E, infatti, io non ho paura della Lega, ma ho paura di una città senza nessun futuro. Ho paura di una Cascina in cui ci rassegniamo allo status quo.
Non ho paura della destra. Ho paura di una città che non ha più alcuna identità, senza mai niente da fare, senza nessuno svago, senza socialità.
Ho paura di una città in cui se non sei d’accordo con la giunta hai diritti diversi da chi è d’accordo.
Non ho paura della Lega. Ho paura di chi distrugge tutto e poi, contento, sbandiera un bilancio in attivo. Ho paura di una città che, in nome del risparmio, fa affogare i suoi abitanti nei rifiuti in casa e per la strada.
Non ho paura della Lega, ma del crollo delle nascite a Cascina e della fuga dei ragazzi verso altri luoghi più accoglienti nei loro confronti.
Non ho nemmeno paura degli immigrati: ho paura della mancanza di lavoro e prospettive di tante persone che abitano qui, e ancora di più adesso che ci colpirà una grave crisi. Ho paura di un posto dove chiudono negozi e nessuno si preoccupa dei lavoratori lasciati in strada.
Non ho paura della destra, non ho paura della Lega. Ho paura di chi si spaccia per moderato estraneo alla politica, dimenticandosi di essere corresponsabile di tutto ciò che è Cascina oggi.
Io non ho paura della destra. Ho paura che la città in cui vivo non sarà ospitale per le mie figlie. Ho paura che se continuiamo così in questa città le mie figlie non vorrò farcele crescere. Di questo ho paura. E sono paure concrete.
Ma la paura non mi può bloccare, non ci può bloccare. La paura ci sprona a sognare un mondo diverso, una città diversa, un futuro diverso. Quando ero piccolo ho sempre sognato di fuggire con un circo, e, una volta cresciuto, questo sogno è diventato realtà. Sono un sognatore, ma anche realista: lotto e mi impegno per i miei sogni, e ci lavoro finché non sono realtà.
E allora io sogno. Sogno di cambiare questa città. Sogno di rendere Cascina un posto dove per tutti è piacevole vivere. Sogno che gli abitanti di questa città si sentano al sicuro, con prospettive per il futuro e per i loro figli.
Sogno che i nostri punti di forza, le nostre ricchezze, le nostre risorse, siano apprezzate da tutti noi e da chi viene da fuori, senza che niente e nessuno venga lasciato indietro. Sogno che le differenze diventino punti di forza.
Sogno il rispetto per tutti, il benessere per tutti, l’attenzione a tutti i bisogni, dal più piccolo al più grande. Sogno di ricostruire la comunità di Cascina, sogno che i posti più sperduti e più periferici del comune tornino ad essere centrali: penso a Latignano, all’Arnaccio, a Ripoli, alla Golena. Sogno che nessuno debba combattere contro alluvioni o discariche in strada.
In una parola, sogno che tutti noi possiamo tornare a sorridere, come facevamo un tempo, e come faremo, sicuramente, domani. Io ci credo davvero, e per questo porto sempre con me un naso rosso: per far stare bene gli altri, così che gli altri facciano star bene me. Insieme."