Crollo della ristorazione, Confesercenti lancia l'allarme
Il lockdown è alle spalle, ma la situazione economica per molte attività legate alla ristorazione è ancora condizionata dalla mancanza di turismo, studenti e dallo smart working
Crollo delle presenze turistiche, così come degli studenti universitari, ai quali aggiungere le conseguenze negative dello smartworking soprattutto nelle zone a maggiore densità di uffici pubblici e privati. È questo il quadro negativo dipinto da Fiepet Pisa, il sindacato pubblici esercizi di Confesercenti, dopo aver ascoltato bar, pizzerie, tavole calde e ristoranti pisani.
«Sono dati preoccupanti, commenta Massimo Rutinelli, presidente Fiepet, quelli che emergono dall’ascolto di tanti colleghi, dai quali emerge un generalizzato crollo dei fatturati e l'amara consapevolezza di come sia ancora lontana la luce in fondo al tunnel. Si parla di mancati incassi pari ad oltre il 50% nei casi peggiori e questo in un periodo dell’anno in cui di solito le attività di somministrazione provavano a rimettere in sesto i bilanci. Ad incidere sono l’assenza del turismo calato vertiginosamente ma anche il cambio delle abitudini che ha visto diminuire il passeggio per le strade a causa dello smartworking del pubblico impiego e di una minor presenza di dipendenti negli esercizi commerciali e servizi. Anche lo smartworking è percepito dai pubblici esercizi come un problema».
Pranzi di lavoro e pause caffè dei lavoratori sono infatti diminuiti con conseguenze pesanti su molti esercizi. È ancora Rutinelli a spiegare: «nei pubblici esercizi pisani regna una forte incertezza nel futuro. Una buona parte sta già utilizzando gli ammortizzatori sociali, ma dobbiamo considerare che molti locali sono a conduzione familiare e quindi impossibilitati ad utilizzare la cassa integrazione in deroga. Nel centro storico, prosegue il presidente Fiepet, si aggiunge poi l’incertezza legata alla apertura alla Cittadella e ai Macelli di un’area alternativa di somministrazione che sicuramente spalmerà le poche presenze esistenti soprattutto per un periodo lungo ben oltre l’estate. Per non parlare delle prospettive autunnali in special modo se dovesse proseguire il blocco delle lezioni universitarie in presenza».
Per il responsabile area pisana Simone Romoli è «quindi auspicabile una ripresa, intanto, del lavoro negli uffici anche alla luce di un contagio che in Toscana e soprattutto in provincia di Pisa è decisamente sotto controllo. A livello nazionale bene il progetto di riforma degli ammortizzatori sociali, ma la priorità deve essere la proroga per almeno altre 18 settimane delle integrazioni salariali e alla sburocratizzazione delle procedure Inps, con contestuale finanziamento delle misure di emergenza».