Da 200 anni Pisa è capitale dell'Egittologia

Cultura
PISA e Provincia
Martedì, 23 Settembre 2025

Nel 1825 le lezioni di Ippolito Rosellini anticiparono di sei anni la Francia di Champollion.

Due secoli fa, nell’anno accademico 1825/26, l’Università di Pisa inaugurava il primo corso di Egittologia al mondo, affidato al giovane orientalista Ippolito Rosellini.

Un primato che precedette di sei anni la cattedra istituita a Parigi per Jean-François Champollion e che fu reso possibile anche dal sostegno del Granduca Leopoldo II, in un periodo in cui Livorno era il principale approdo europeo delle antichità faraoniche.

Per celebrare questo bicentenario, l’Ateneo pisano ha organizzato un ricco calendario di eventi, tra cui una mostra con documenti originali e un convegno internazionale a dicembre, riportando al centro della scena il ruolo di Pisa nella nascita della disciplina.

 

Ha scritto l'Università di Pisa.

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula universitaria. Il professore era un giovane orientalista, Ippolito Rosellini, uno dei pochissimi studiosi approcciatosi alla neonata disciplina, che presentò agli studenti dell’Università di Pisa nozioni di storia e lingua dell’antico Egitto. Correva l’anno accademico 1825/26 e Pisa anticipava così Parigi di ben sei anni: in Francia solo nel 1831 fu istituita una cattedra di egittologia e affidata a Jean-François Champollion.

“Questo primato per Pisa fu possibile anche grazie al sostegno di Leopoldo II di Toscana – spiega Gianluca Miniaci professore di Egittologia al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa - Tanto interesse da parte del Granduca aveva anche delle motivazioni pratiche: Livorno all’epoca era la porta europea per tutte le antichità faraoniche”.

Ogni corte europea aspirava infatti a possedere una propria collezione egizia e Livorno fu scelta come principale approdo per questo particolare commercio. Navi cariche di cereali e prodotti esotici partivano da Alessandria d’Egitto e arrivavano nel porto labronico portando anche statue, sarcofagi, mummie e papiri. Ben presto, i lazzaretti e i magazzini livornesi si riempirono di quei reperti che oggi ammiriamo nei musei di Torino, Firenze, Bologna, Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Leida.

"Nacque perfino un vero e proprio turismo specializzato con antiquari, collezionisti e studiosi che si recarono nella città toscana per vedere di persona questa preziosa mercanzia", come spiega Mattia Mancini del gruppo di ricerca di Miniaci che ha condotto studi nell’Archivio di Stato di Livorno.

Per celebrare il bicentenario, gli egittologi dell’Ateneo pisano, eredi di Rosellini, hanno allestito un programma di eventi: incontri, un convegno internazionale a dicembre e una mostra in cui saranno esposte le pagine delle prime lezioni di Rosellini, insieme ad altri documenti conservati presso la Biblioteca Universitaria di Pisa, come antichi volumi, note manoscritte e i meravigliosi disegni realizzati durante la spedizione franco-toscana.

L’Egittologia con Rosellini infatti non si fermò alle lezioni. Insieme a Champollion, lo studioso pisano progettò un affascinante viaggio scientifico nella Valle del Nilo, finanziato dal granduca di Toscana Leopoldo II e da Carlo X di Francia. La celebre Spedizione franco-toscana del 1828-1829 fu la prima missione egittologica vera e propria mai realizzata. Rosellini e Champollion portarono con loro disegnatori che avevano il compito di documentare alla perfezione il materiale preso dalle pareti di templi e tombe. La parte toscana della spedizione arrivò nel porto di Livorno tra novembre e dicembre del 1829 con circa 2.000 reperti per il Museo Archeologico di Firenze e uno straordinario patrimonio di documenti, oggi conservato presso la Biblioteca Universitaria di Pisa: oltre 20.000 carte, tra quaderni di appunti, note manoscritte, lettere, testi e oltre mille meravigliosi disegni, molti dei quali acquarellati che saranno in mostra a Pisa per questo bicentenario.

 

 

 


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redazione.cascinanotizie