Dario Marconcini e Giovanna Daddi al Teatro Comunale di Capannoli

Eventi e Tempo libero
Capannoli
Mercoledì, 22 Gennaio 2025

Tornano a Capannoli due maestri pontederesi del teatro italiano e ancora una volta, in questo terzo spettacolo prodotto da La Compagnia del Bosco con la coppia Marconcini-Daddi, "Prevert-Dylan", il 25 gennaio alle ore 21:30

Alla ricerca del nesso tra parola e musica esplorando e sperimentando le possibili connessioni ritmiche, armoniche melodiche di due universi artistici imprescindibili tra loro. E dopo un percorso passato dai poeti della beat generation, da Lorca e Pasolini, in questo terzo reading della fortunata serie affrontano i due giganti Jacques Prévert e Bob Dylan. Anche questa volta il modus operandi è l’incontro/scontro tra due attori e due musicisti; jam session, reading, composizione multimediale? Chiamiamola in qualsiasi modo purche sià poesia, o canzone.
Dario Marconcini – voce recitante
Giovanna Daddi – voce recitante
Andrea Lupi – chitarre, basso, altri suoni
Valerio Perla – percussioni, altri suoni
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NOTE DI DARIO MARCONCINI:
“Due momenti diversi per questi due poeti divisi da circa venti anni. Prevert scrive le sue poesie subito dopo la fine della guerra che ha insanguinato l’Europa. Sente il bisogno di riprendere la vita di tutti i giorni,fatta di piccole cose,il ritrovarsi sul lungo Senna,per le strade di Parigi ,i suoi caffè’,gli incontri di amore,il negozio della fioraia,gli amanti che si lasciano,i primi baci dei ragazzi,un’atmosfera che cerca disperatamente di ricomporsi davanti alle cose perdute. Tra ricordi ,nostalgie e rimpianti,rivedere, insomma,uomini e donne ,ancora con le loro risa, sospiri,affanni,tenerezze.
Venti anni dopo Prevert comincia l’itinerario poetico di Dylan.In Occidente c’è la pace ,ma è una pace attraversata da guerre lontane ( il Vietnam) e da una generazione giovane che chiede spazio,dignità,rispetto e riconoscimento per le classi più povere e emarginate. Bob Dylan da voce all’inquietudine di questi giovani che,pur amando l’America nel profondo,rifiutano il modo di procedere dei suoi governanti ,rinnegano la guerra,denunziano le contraddizioni e le imperfezioni del potere. La voce degli ultimi,degli sfruttati,degli esclusi,trova qui nuove espressioni poetiche. La scena folk,percepita finora come una minaccia per l’establishment, riacquista ora una luminosità e,liberandoci la mente,ci indica un mondo migliore e la strada per raggiungerlo. Noi cercheremo ,in questo breve tempo che ci è concesso,di restituire,almeno in parte,queste due visioni del mondo,con la nostra presenza fatta di parole e musica.”
 

redazione.cascinanotizie