De Donno contro Pisa: «Non sanno neanche cosa è il coronavirus»
Il primario, in un’intervista a Radio Padania, usa parole durissime contro Pisa e lo studio sul plasma che la città della torre porta avanti da diverse settimane
Attacco frontale a Pisa, tacciata di essere figlia di una scelta politica, Giuseppe De Donno, il primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova lancia un durissimo attacco alla scelta dello studio Tsunami di Pisa come capofila della sperimentazione italiana sulla plasmoterapia, da parte di Iss e Aifa su indicazione del ministero della Salute.
«La politica, anche quella piccola, ha la meglio sulla scienza medica, una modalità tutta italiana», ha detto De Donno in diretta su Radio Padania. L’intervista è stata poi ripresa dalla Gazzetta di Mantova. Secondo De Donno «non vi sono ragioni oggettive per individuare Pisa come capifila di uno studio sul plasma. In realtà le uniche due città che avrebbero dovuto essere interpellate per fare da capofila uniche, neanche non come co-investigator, erano Mantova e Pavia».
Poi l’attacco frontale, violento anche nei toni, non certo indicati ad un luminare e al momento storico che stiamo vivendo: «Pisa non sa neanche cos'è il coronavirus, hanno arruolato il primo paziente, anche Crema e Cremona l'hanno superata. Se noi vogliamo affidare un protocollo di ricerca a un centro che ha esperienza non penso che ci siano dubbi su quale centro di ricerca doveva essere scelto. Io non ho saputo nulla di questo protocollo di ricerca. Non ci hanno neanche avvisato».
De Donno rincara la dose: «Noi è dai primi di marzo che lavoriamo al protocollo sul plasma del paziente convalescente e io stesso l'ho chiamato Tsunami, quindi non hanno neanche avuto fantasia per dargli un altro nome. Quindi mi viene da sorridere quando leggo queste cose. Io il protocollo di Pisa non l'ho neanche letto perché non mi hanno consultato. Ma mi fa sorridere che loro propongano un protocollo di ricerca sul plasma convalescente quando noi ormai abbiamo chiuso la fase uno». L’intervista poi prosegue e De Donno parla di protocolli e riaperture, ma ormai lo strappo con i colleghi pisani è consumato.