Dehors, prorogate fino al 31 dicembre le procedure semplificate per bar e ristoranti
Soddisfazione di Confesercenti
“Accogliamo con grande soddisfazione la proroga al 31 dicembre 2023 delle semplificazioni normative per l’allestimento dei dehors proposta dal Governo. Si tratta di una richiesta che avevamo avanzato da tempo anche direttamente al vicepremier Matteo Salvini intervenuto alla nostra assemblea nazionale del dicembre scorso”.
Arriva dal responsabile Fiepet Toscana Nord, il sindacato pubblici esercizi di Confesercenti, Adriano Rapaioli e dal responsabile area pisana di Confesercenti Toscana Nord Simone Romoli, il commento sulla riformulazione di un emendamento al decreto Milleproroghe.
“Si tratta di una misura necessaria per il comparto, che si trova ancora in una fase delicata – spiegano -: la ripartenza post-covid, purtroppo, sembra essersi esaurita e le imprese si trovano a fronteggiare un nuovo rallentamento della ripresa dei consumi, in netta frenata a causa di caro-bollette ed inflazione. Un intervento, dunque, fondamentale per la tenuta delle attività e dell’occupazione del settore”.
Secondo Rapaioli e Romoli “la proroga allungata da giugno a fine anno delle semplificazioni normative per l’allestimento dei dehors è un’ottima notizia ed è l’occasione per incentivare uno sviluppo ordinato delle attività commerciali, riqualificando al tempo stesso gli spazi urbani e valorizzando il patrimonio architettonico, artistico e monumentale del Paese. Siamo fermamente convinti che i dehors, se ben allestiti, possano costituire un valore aggiunto per le imprese di somministrazione, ma anche un elemento qualificante per gli spazi urbani”.
La conclusione dei responsabili Confesercenti Toscana Nord. “A questo punto quelle amministrazioni come quella di Pisa che avevano già deliberato che il nulla osta di cui i pubblici esercizi sono già in possesso fosse prorogato alle medesime condizioni sino al 30 giugno, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Milleproroghe sposteranno il termine al 31 dicembre 2023. Ovviamente sarà dovuto il pagamento del canone di occupazione del suolo pubblico non essendo più prevista alcuna gratuità a meno di provvedimenti specifici delle singole amministrazioni ad esempio legate al raddoppio dello spazio occupato”.