Delfini d'argento 2018 a Medici senza frontiere
Torna il premio Delfini d’Argento, giunto alla trentesima edizione ed organizzato come sempre dall’associazione di volontariato “Pubblica Assistenza Cascina” onlus
Per questa edizione il premio è stato attribuito a Medici senza Frontiere che con il suo gruppo di Firenze ritirerà i Delfini d’Argento lunedì 25 giugno in una serata organizzata all’interno della festa del volontariato in scena all’ex campo sportivo Tettora.
L’evento si svolgerà a partire dalle 21 è vedrà come protagonisti Leandro Comaschi, presidente dell’associazione Pubblica assistenza Cascina che farà gli onori di casa introducendo gli ospiti e la serata. Seguiranno gli interventi di Anna Maria Paci (La Pubblica assistenza Onlus. I Delfini d’Argento), Laura Righi, coordinatrice del gruppo volontari di Medici senza Frontiere Firenze, Francesca Tarantini e Shafiq Islam, rispettivamente medico e mediatore culturale, entrambi sono operatori umanitari di Medici senza Frontiere e racconteranno le esperienze vissute durante le missioni svolte in contesti di guerra, di migrazione e di trattamento delle malattie croniche nei paesi africani.
Il premio Delfini d’Argento nel corso della sua storia ha visto assegnare riconoscimenti a personaggi di valore mondiale come Bruno Pontecorvo, Franco Barberi, Giorgio Celli e Margherita Hack, da un paio di edizioni viene assegnato a chi si è particolarmente distinto nel campo della solidarietà e quando si parla di aiuto verso il prossimo uno dei primi pensieri non può che andare a Medici senza Frontiere, l’organizzazione internazionale il cui scopo è quello di portare soccorso sanitario ed assistenza medica nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito. I principi fondamentali di Medici senza Frontiere sono il prestare opera di soccorso alle popolazioni povere, alle vittime delle catastrofi di origine naturale o umana, alle vittime delle guerre, senza discriminazione alcuna, sia essa razziale, religiosa, filosofica o politica; inoltre operano nello spirito di neutralità, cioè hanno il dovere di aiutare tutti senza distinzione di razza, sesso, colore della pelle e religione, e di imparzialità non schierandosi da nessuna parte. Fare parte di Medici senza Frontiere significa impegnarsi a rispettare i principi deontologici previsti dalla professione nonché a mantenere una totale indipendenza da qualsiasi potere e da ogni forza politica, economica o religiosa e non ricevono fondi da governi; in qualità di volontari, gli aderenti all’organizzazione sono al corrente dei rischi e dei pericoli presenti nelle missioni che compiono astenendosi, quindi, dal reclamare, per sé o per altri aventi diritto, compensi diversi da quelli che l'associazione sarà in grado di fornire loro.
Soltanto a leggere queste poche righe si capisce perché il premio per il 2018 non poteva che andare a Medici senza Frontiere, ma certamente i relatori, nella serata di consegna del premio, sapranno spiegare in modo ulteriormente esaustivo, quella che è la mission e quelle che sono le motivazioni che spingono donne e uomini a mettere a repentaglio la propria incolumità per portare soccorso a chi vive in condizioni di guerra e di povertà, oppure che è stato vittima di calamità naturali che ne hanno compromesso l’accesso alle cure mediche.