"Di luogo in luogo", la stagione al Teatro Di Bartolo a Buti

Eventi e Tempo libero
Buti
Mercoledì, 26 Ottobre 2022

Un modo nuovo per godere del teatro, la stagione 2022 al Di Bartolo di Buti è stata pensata in modo non tradizionale, ne parla il direttore artistico Dario Marconcini, inaugurazione il 30 ottobre con "Sergio" di e con Francesca Sarteanesi

DI LUOGO IN LUOGO
Stagione 2022
a cura di Dario Marconcini 

La chiusura del teatro Francesco Di Bartolo deve essere vista come una opportunità per abitare altri spazi. 

Intanto si ritrova lo spazio davanti al teatro,nato tanto tempo fa come luogo alternativo alle proposte del Di Bartolo con alcune nostre significative produzioni, oltre a essere stato la sede della rassegna Piccoli Fuochi, caratterizzata da grandi presenze e dal vincolo di presentare lì lavori non finiti, work in progress. Allora c’era un pavimento di legno,le mura erano un po’ scrostate, c’erano alcuni archi vuoti, trasparivano da queste pareti antiche memorie di sofferenze, di lotte, di fraternità.  Ora il luogo è stato ripristinato e le mura sono state ripulite, ma sotto quell’intonaco ancora quelle memorie vivono e il teatro ,con i suoi sogni e utopie, ne ritroverà l’anima nascosta.

Per ritrovare questo spazio,ho pensato a quattro spettacoli proposti la domenica pomeriggio alle 18, e il primo è legato al luogo così com’è,c’è un conferenziere,anche se un po’ diverso dal solito, è Luca Scarlini che ci seduce e travolge coi suoi racconti colti e sulfurei sulla vita con“Ritratti di donne in fiamme”il 23 ottobre.
Col secondo spettacolo “Se salissimo un gradino” di Attilio Scarpellini,del 6 novembre, siamo nella grande letteratura: è un dialogo, un confronto rovente fra Alesa e Ivan dai Fratelli Karamazov di Dostoevskij. Ho voluto invitarli qui perché Ventriglia conosce bene questa stanza, con noi qui ha fatto un bel po’ di cose oltre ad averci debuttato con Ascanio Celestini; inoltre la Garbuggino ha abitato per lungo tempo questo spazio con noi e con il regista russo Anton Milenin: due attori bravi che dovrebbero trovare le risonanze giuste per questo posto.                 
Il terzo spettacolo “Preghiera”, che sarà il 20 novembre, è invece un atto dovuto davanti a una outsider cioè a una attrice che è stata presente in vari spettacoli di Roberto Bacci a Pontedera e che poi si è messa un po’ da parte, scegliendo piuttosto la strada della scrittura: qui ci propone un suo testo; per lei c’è bisogno di uno spazio raccolto dove il racconto trovi una sua intimità.
Il quarto è “Ecuba, la cagna nera”, sarà in scena dal 7 all’11 dicembre,in spettacoli sia serali che pomeridiani, ed è una riduzione drammaturgica da Le Troiane di Euripide. Unica interprete Giovanna Daddi che conosce bene questa sala avendola onorata sia con il Mefistofele dal Faust di Goethe, che con la Gertrude dall’Amleto di Koltès, con Dondolo di Beckett come con la Lady del Minimacbeth. Ecuba è la regina di Troia, caduta, prigioniera che ha visto la sua famiglia distrutta, il marito sgozzato,la sua città in fiamme. Qui i versi di Euripide sembrano riflettersi nell’oggi, farsi nostri contemporanei e il lamento di Ecuba è il lamento di tutte le donne sotto le guerre.                      

Il secondo spazio agibile è a Cascine di Buti, dove proponiamo spettacoli serali. In origine era un cinema a luci rosse, poi, con grandi sacrifici, autofinanziandosi, la compagnia dei dilettanti Il Miglio è riuscita a ripulirlo e a trasformarlo in una grande stanza dove ha potuto mettere in scena commedie e musical. Per questo luogo ho scelto quattro spettacoli, che in qualche modo dessero una informazione la più variegata e contraddittoria dello stato del teatro oggi in Italia. C’era bisogno di artisti e questi lo sono.                                                               
Si comincia il 30 ottobre con “Sergio” di e con Francesca Sarteanesi, candidata con questo spettacolo al premio Ubu, uno spettacolo dove la bravura dell’attore,solo, riesce a far vedere persone e cose che non ci sono, trascinandoci a poco a poco in un quotidiano che ci riguarda.                                              
Il 12 novembre con “L’ultimo nastro di Krapp” di Beckett, un testo mitico tra i più importanti del ‘900, abbiamo il piacere di ospitare un artista, Giancarlo Cauteruccio,cui la Toscana deve molto, basti pensare a tutto il lavoro da lui svolto come direttore, regista, attore nel teatro studio di Scandicci, che per molti anni ci ha illuminato con le sue proposte. Purtroppo ora, per incomprensibili scelte politiche, non ha più, in questa regione, un luogo dove poter operare.
Il 30 novembre c’è Il Teatro del Carretto, con “Caligola” di Camus, un testo che ha affascinato molte giovani generazioni di teatranti e che ci viene qui restituito in una libera riscrittura di Jonathan Bertolai. Qui l’attore, JanGualdani, con la sua fisicità, incarna le fragilità, le incandescenze, le oscurità, la follia, l’autodistruzione e la tenerezza di Caligola in una prova di attore ai limiti, quasi come in una jam session, in una perdita di sé fra progressioni e modulazioni armoniche.
Col 20 dicembre, “E riapparvero gli animali” del Teatro delle Ariette,chiudiamo questa prima parte di stagione. Mi è sembrato giusto invitare questo gruppo famoso col loro ultimo lavoro nato in Francia. Ci sarebbe molto da dire su questi artisti,sui loro racconti affascinanti che ci ricordano sempre il ritmo delle stagioni, della natura,della vita di tutti i giorni,dell’importanza di un sorriso. Alla fine si mangia, sì, ma questa resta solo una piccola cosa rispetto al profondo che abbiamo toccato con le loro storie.                                                                   

In un momento di transitorietà per la casa che ci ha sempre ospitato, abbiamo scelto di valorizzare questo passaggio con otto spettacoli, in due spazi diversi, che si alternano di spazio in spazio, di luogo in luogo, in un cammino verso conoscenze più profonde che speriamo di fare, ancora una volta, insieme.

Dario Marconcini
 

redazione.cascinanotizie