Diritti in Comune chiede conto al Comune di Pisa sui minori stranieri non accompagnati
"Minori stranieri non accompagnati: pretendiamo chiarezza. Sul servizio sociale mancate assunzioni e personale allo stremo. Il Comune non rispetterà i parametri di legge", affermano i componenti di Diritti in Comune
Questo il comunicato stampa integrale
Torniamo a parlare della fuoriscita del Comune di Pisa dalla Società della Salute e purtroppo ci rendiamo conto che ormai lo scambio tra le istituzioni ha assunto i contorni di una serie tv di bassa lega, la cui trama procede per assurdi e strampalati colpi di scena.
Il problema è che dietro ai colpi di scena ci sono colpi inferti alle persone, le più fragili.
Ecco in questo caso parliamo dei minori non accompagnati, bambini e bambine, ragazzi e ragazze che si trovano in una terra che non è la loro senza neppure i genitori.
Insomma, l’ultima proposta che sarebbe stata fatta dalla Società della Salute, vedrebbe il subentro già dal primo luglio del Comune di Pisa nella gestione dei minori stranieri non accompagnati.
Come se fossero un pacco postale. Come se si trattasse di un servizio semplice.
I minori a cui si fa riferimento ( che per legge devono avere lo stesso trattamento di tutti i minori) sono i ragazzi che vengono reperiti sul territorio comunale e che devono essere accolti in strutture di accoglienza. I ragazzi sono tutti stati reperiti a Pisa, che ne ha quindi la competenza. La partita è complessa: la SdS che ora se ne occupa, gestisce il percorso anticipando il pagamento delle rette delle comunità educative e riceve (in parte) il rimborso dallo stato che, grazie ad un apposito fondo, con un ritardo di più di un anno, corrisponde fino a 100 euro al giorno. Visto che molte strutture hanno una retta più alta, il resto della retta ad ora viene corrisposto dalle risorse della gestione associata ( che paga per costi che saranno ora interamente a carico del comune di pisa) . È un cavallo di troia evidentemente: la Sds vuole trasferire una competenza che implica l’anticipo di somme rilevanti senza naturalmente trasferire le professionalità coinvolte nella gestione del processo.
Abbiamo dovuto chiedere chiarimenti, ed abbiamo presentato un quesito all’assessora Bonanno, perché questo episodio è indicativo della gestione caotica e grottesca della vicenda. Una storia che ricadrà sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici: in primo luogo il personale comunale sarà sommerso e oberato di nuove mansioni che richiedono competenze complesse, ad ora svolte da buona parte del personale Asl, che ha una lunga e stratificata esperienza messa a disposizione dei comuni della gestione associata. Da un’altra, seguiamo con apprensione la situazione del servizio sociale professionale, che non ha ancora raggiunto il livello essenziale delle prestazioni.
Abbiamo seguito la vicenda dal 2021, da quando cioè è stato messo a disposizione il rimborso di 40.000 euro per le e gli assistenti sociali assunti, a patto di raggiungere il parametro di un assistente sociale ogni 5000 abitanti.
La Sds non ha assunto in questi anni sufficiente personale e non ha mai potuto usufruire del sostegno statale. Il risultato è un servizio sociale professionale che denuncia condizioni di lavoro pesantissime: dall’elevatissimo turnover alle mancate sostituzioni di maternità, dall’assenza di strumenti di lavoro fondamentali fino alla mancanza di certezze sul futuro del servizio.
L’imminente scioglimento della Sds comporterà il trasferimento del servizio sociale presso i Comuni: e qui stiamo assistendo ad un mortificante balletto di cifre. Il Comune di Pisa deve dotarsi di 18 assistenti sociali secondo quanto stabilito dal leps, e invece, candidamente la nostra amministrazione sostiene che più di una decina non può averne. Sarà un disastro totale, per le lavoratrici, per le persone, per la città. Di certo il sindaco, l’assessora, pensano che l’assistenza si faccia a colpi di bonus e regalie. Non si rendono conto di cosa vuol dire gestire percorsi lunghi con problemi complessi e fragilità profonde, in un quadro in cui sempre il bisogno economico è solo la punta di un iceberg e nel quale c’è bisogno di tempo, risorse e e professionalità per portare le persone fuori dalla cappa dell’assistenzialismo.
Eppure Il Sindaco sa che la spesa per il raggiungimento dei leps non rileva ai fini del rispetto dei valori-soglia per la definizione della capacità assunzionale dei Comuni e che le assunzioni possono essere fatte in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale.
Lo sa perché l’abbiamo anche messo per iscritto in una proposta di delibera che abbiamo portato in Consiglio Comunale meno di venti giorni fa, e che la destra ha bocciato.
Strano: l’anno scorso, a febbraio il Consiglio comunale addirittura all’unanimità aveva votato una delibera presentata da Diritti in Comune nella quale ribadiva la necessità “accelerare il piano di assunzioni degli assistenti sociali per raggiungere l’obiettivo previsto, e ad oggi non rispettato, di 1 a 5.000 investendo le risorse necessarie, anche da parte di tutti i Comuni consorziati, per ottenere questo risultato imprescindibile tanto più vista la situazione di crisi economica e sociale che ha provocato un aumento delle povertà e dei bisogni”.
Bene: il Consiglio Comunale è lo stesso, la maggioranza pure. Tenga fede a quanto ha votato nel febbraio del 2024 e disponga le procedure per l’assunzione di 18 assistenti sociali.
Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista