Donatella Diamanti interviene sui dati de La Città del Teatro
Nella gornata del 16 ottobre abbiamo pubblicato in esclusiva i dati sulle presenze, sugli incassi, sgli sbilanciamenti delle stagioni teatrali de La Città del Teatro. Qualcuno mette in dubbio quelle tabelle, leggitimo ma con altri dati che possano smentirli. Non tutte le voci e le cifre sono facilmente leggibili e possono ingenerare equivoci. A tale proposito la ex Direttrice Artistica, Donatella Diamanti, ci invia un post tramite facebook, con alcune interessanti precisazioni e chiarimenti.
Mi permetto, poiché in parte anche direttamente chiamata in causa dall'inevitabile accostamento del mio nome a quello dell'ex direttore Buscemi, di fare alcune precisazioni, per non generare in chi legge possibili fraintendimenti. Il primo è quello relativo alla voce FUORI PROGRAMMA. Sui concerti realizzati alla Città del Teatro con l'agenzia LEG, almeno ai miei tempi, la Fondazione non aveva alcuna titolarità. Leg affittava gli spazi talora per il solo concerto, altre volte per gli allestimenti. La Fondazione Sipario da quegli eventi non aveva costi e i soli ricavi venivano inseriti in bilancio ad una voce di entrate che non aveva nulla di artistico, ma non per questo ci faceva meno piacere, la voce appunto: AFFITTI SALA. I Fuori programma, così felicemente produttivi, erano dei reali Fuori Programma e dunque eventi artistici non inseriti nel cartellone ufficiale, ma che la Fondazione poteva vantare realmente come propri e inserire nel consuntivo ministeriale. L'ultimo dell'anno, ad esempio, era un FUORI PROGRAMMA, che eravamo ben felici di programmare, visti gli incassi. Tengo a sottolineare che gli affitti sala - anche se costituivano un'ottima occasione di portare a Cascina grandi artisti - erano inseriti in quella voce di entrata perché così doveva essere e perché non spendibili per i parametri ministeriali. Mi spiego: se io programmo 5 spettacoli teatrali - come debbo per il ministero - e non viene nessuno e poi affitto la sala alla LEG per uno spettacolo di Panariello e ho la sala grande piena (749 spettatori) poi non posso dire: vabbè, però almeno 749 spettatori li ho avuti, non posso conteggiare quegli spettatori fra i miei spettatori… non perché sono cattiva e li voglio emarginare, ma semplicemente perché sono spettattori dell'agenzia che mi ha chiesto la sala. Sono comunque i così detti C1 che danno il vero quadro su spettatori e incassi. I C1 per chi non lo sapesse, sono il resoconto dei dati di biglietteria che si ottiene dopo ogni spettacolo e che testimonia quanti biglietti omaggio, quanti scontati e così via, sono stati strappati. 749 spettatori possono produrre un incasso che va dallo 0 ai 749 euro se vendiamo 749 biglietti a un euro e così via… per dire che una sala piena non sempre corrisponde a un buon guadagno. Non so se gli spettatori hanno disertato La Città del teatro in nome di quella che più sopra si definisce "diaspora sinstroide". Ogni teatro conquista negli anni un pubblico affezionato e a poco a poco quel pubblico affezionato comincia a fidarsi, tant'è che la prima rassegna di TEATRO OFF, compagnie pressoché sconosciute e tutte in residenza, andò bene proprio per questo… ma se lo si aggredisce facendolo sentire stupido e fazioso, se gli si danno continue lezioni su quanto la tradizione sia migliore dell'innovazione, allora il pubblico volta le spalle e se ne va. Io credo che quando si ha la fortuna di dirigere un luogo con una storia così forte e radicata nel tempo, ci si deve interrogare molto su quella storia, prima di provare a cambiarla. Altrimenti è come entrare in un reparto di ortopedia pretendendo di mettere gli occhiali a tutti al posto di gessi e tutori. Mi astengo dal commentare il passo relativo al salvataggio perché i dati sembrerebbero raccontare una diversa realtà, e chiudo questo mio intervento, della cui lunghezza mi scuso, con due piccole annotazioni. Ho lasciato la Direzione della Città del teatro, non per scelta, nel novembre 2016. Io sono anche autrice di buona parte di quelle che allora erano le Produzioni di teatro ragazzi. In qualità di autrice avrei potuto togliere da quel momento il permesso di rappresentazione delle mie opere alla Fondazione. Era già stato messo a punto un buon calendario di giro e poiché molti degli attori che erano coinvolti in quelle produzioni erano giovani attori che avevano comunque fatto conto su quelle repliche, mantenni il permesso di rappresentazione fino all'aprile 2017 (e con me anche gli altri autori) per evitare che questi ragazzi e ragazze si trovassero improvvisamente "a piedi". Dunque buona parte delle produzioni che hanno girato fino alla primavera del 2017 si debbono alla vecchia gestione, ovvero la mia e dell'allora nucleo artistico (Cassanelli, Moretti, Pardi), con Betti Presidente e Sanfilippo direttore amministrativo. A tal proposito, rispolverando uno stato d'avanzamento di bilancio del 2016, al 31 maggio le entrate relative alla programmazione erano già pari a 95.000 euro e spiccioli. Un ottimo risultato per quella data, considerando che restava ancora una buona fetta di stagione da portare avanti." (Donatella Diamanti)