Donne e migrazioni: all’Istituto Pesenti di Cascina si conclude il percorso ”Le Dannate del Mare”
Il laboratorio, condotto dall’Associazione “Il Chicco di Senape” ha visto la partecipazione della scrittrice Talatou Clementine Pacmogda
“Si parla sempre di queste persone e delle loro vite difficili in senso generale, però non si va mai a sentire loro cosa ne pensano o non si va nemmeno a chiedere loro di raccontarla”, dice Arianna, quarta liceo
“Ho sempre sentito parlare di immigrazione, ma trovarmi davanti a un gioco di ruolo e poi a una donna che racconta la sua personale esperienza, è stato forte. Mi ha suscitato tanti pensieri, e quello più grande riguarda l’importanza del soggetto delle migrazioni: l’essere umano. Sembra scontato da dire, ma non fermiamoci alle apparenze: non sarà un colore della pelle a parlare di noi, non sarà una provenienza a parlare di noi e non sarà il genere a parlare di noi.
Perché, in fondo, prima di tutto, siamo tutti esseri umani”, aggiunge Samantha, in quarta anche lei.
Si è concluso la scorsa settimana all’Istituto “A. Pesenti” di Cascina “Le Dannate del Mare”, un percorso formativo che ha coinvolto ragazze e ragazzi dell’ultimo biennio e volto ad affrontare, senza stereotipi, il delicatissimo tema di donne e migrazioni.
Guidati dall’Associazione “il Chicco di Senape” di Pisa, gli studenti e le studentesse si sono immedesimati in diverse situazioni di donne che, con diverse motivazioni e diversi mezzi, hanno dovuto affrontare una migrazione. Una di queste donne, la scrittrice Talatou Clementine Pacmogda, originaria del Burkina Faso e vincitrice di diversi premi letterari, ha raccontato loro la sua storia, in un momento particolarmente intenso ed emozionante.
“Sono in Italia dal 2008 per motivi di studio - racconta Clementine - In Burkina Faso, dove sono cresciuta, avevo già ottenuto una laurea, superando diverse difficoltà. Quando pensavo di non avere più possibilità di continuare a studiare, il mio professore ha condiviso con me l’occasione di una borsa di studio alla Scuola Normale Superiore di Pisa. L’idea di partecipare a una dura selezione mi ha impaurita, ma era un’opportunità che non potevo perdere. Fu così, con tanto studio e impegno, che ho raggiunto l’Italia per un dottorato in linguistica, occupandomi del linguaggio per i bambini. Sono stata la prima a discutere la tesi tra gli immatricolati nel 2008, intimorita di perdere la borsa di studio e non avere i mezzi per restare in Italia.
In questi anni ho partecipato a diverse chiacchierate con i ragazzi nelle scuole, ma ogni volta è un’emozione incredibile. In questo incontro mi trovata davanti un gruppo di giovani disciplinati, concentrati e curiosi. Con le loro domande mi hanno buttato nella mia infanzia fino al mio arrivo in Italia facendomi rivivere dolori e gioie. Si è creato un legame forte alla fine con gli abbracci e i sorrisi. Sono cose che custodisco nel mio cuore. Ringrazio la Scuola, gli Insegnanti e l’Associazione “Il Chicco di Senape”, che hanno reso possibile tutto questo”.
“L’attività del Chicco di Senape nelle scuole -aggiunge Aurora De Angelis, una delle formatrici - si articola attraverso diversi percorsi. Da qualche anno proponiamo ai ragazzi il laboratorio su donne e migrazioni, perché lo riteniamo un tema chiave in questo momento, di cui si parla poco e che ancora risente di diversi stereotipi. La risposta dei ragazzi e delle ragazze, quando chiediamo loro di immedesimarsi in storie così diverse e lontane da loro, ci lascia sempre senza fiato, per l’entusiasmo, la maturità e il coinvolgimento che dimostrano. I loro commenti al percorso, una volta concluso, ci hanno commossi”.
“Il percorso “Le Dannate del mare” è stato, a detta dei ragazzi e delle ragazze delle classi coinvolte, il progetto più coinvolgente, interattivo, efficace tra quelli fatti a scuola finora - commenta Monica Bassanese, docente di lettere - la migrazione è stata presentata come fenomeno che riguarda ognuno di noi, e i ragazzi sono stati portati a immedesimarsi nel vissuto di varie donne migranti attraverso le loro storie.
La testimonianza diretta di Clementine ha aperto poi orizzonti e prospettive di senso diversi rispetto ai luoghi comuni e ha stimolato i ragazzi a interrogarsi sul valore delle persone protagoniste del fenomeno.
L’attività, condotta con grande sensibilità, equilibrio, competenza e passione, è stata formativa anche per noi insegnanti, perché abbiamo sperimentato una modalità didattica che funziona davvero”.