A due mesi dall'incendio il Monte Pisano rinasce grazie alla buona volontà degli uomini e della politica locale
Cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Questo è quanto viene da pensare ascoltando il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, quando, nel corso della trasmissione Petrolio andata in onda su Rai Uno lo scorso 18 novembre, dichiara che con il Decreto Genova il Governo permetterà "alle persone che per colpa non loro hanno perso la casa, di ricomprarla".
Per Calci e per il Monte Pisano, invece, non è così.
Dal Governo non è arrivato un solo centesimo a sostegno delle famiglie che hanno visto la casa completamente o parzialmente distrutta.
Due mesi dopo quella notte infernale (era lunedì 24 settembre, clicca QUI per la cronaca) siamo tornati a visitare i luoghi devastati dalla mente malvagia e perversa di uno o più piromani.
Fra la desolazione della cenere, degli alberi bruciati, qua e là il segnale della rinascita è rappresentato da piccoli arbusti verdi, segno che la natura non si piega di fronte alla crudele mano dell’uomo.
Ad aiutarla ci sono gli uomini che la Provincia di Pisa, grazie agli stanziamenti regionali, ha mandato a effettuare i fondamentali lavori di mitigazione del rischio idrogeologico.
Attenzione! Mitigare e ridurre, non scongiurare. Per quest’ultima opzione servono soldi, tanti, che solo il Governo potrebbe dare, e il tempo necessario affinchè la natura possa fare il suo corso.
Percorrendo la strada che sale fino alla vetta del Monte Serra, in compagnia del sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti e del neopresidente della Provincia Massimiliano Angori, sembra di essere di fronte ad un paesaggio diverso rispetto a quello visto solo 61 giorni prima. Oggi sono stati scavati canali con barriere di legno per fermare eventuali detriti, sono stati tagliati gli alberi bruciati e quindi a rischio frana, sono state sostituite centinaia di metri di guard-rail e riasfaltati chilometri di strada che il calore aveva deteriorato.
Anche in una giornata di pioggia e maltempo come quella odierna, i lavori non si fermano, come non si sono fermati mai, neanche nei giorni in cui la Provincia eleggeva il proprio presidente e quindi cambiava “gestione”. Un esempio di buona politica che non viene seguito da Roma dove invece non si è trovato il tempo per rispondere alle due missive inviate dal sindaco di Calci: la prima per richiedere lo stato di calamità, la seconda, in cui si sollecita tale richiesta e si sottolineano i gravi rischi per il territorio in caso di forti e intense piogge.
Comune di Calci, Provincia di Pisa da una parte, Governo centrale dall’altra.
In mezzo le famiglie che hanno perso tutto o subito gravi danni e le oltre 40.000 persone che con la loro solidarietà e la loro firma a favore del Monte Pisano come Luogo del Cuore FAI, hanno scelto da che parte stare (votazioni aperte fino al 30 novembre vota e fai votare il Monte Pisano clicca QUI).
Il resto lo vedrete attraverso le immagini che abbiamo girato salendo verso la vetta del Monte Serra e mettendole a confronto con quelle realizzate pochi giorni dopo l’incendio. Immagini che parlano da sole, ma non chiamatelo miracolo. È solo frutto del duro e buon lavoro di chi si è speso per la propria comunità.
il Monte Pisano oggi
il Monte Pisano dopo l'incendio