Edicola confiscata alla mafia rimossa: in tanti al presidio di protesta contro il Comune

Cronaca
PISA e Provincia
Domenica, 5 Gennaio 2020

"La legalità non si smonta". I partecipanti alla protesta chiedo chiarimenti all'amministrazione comunale di Pisa

Associazioni, politici e semplici cittadini, tutti insieme per protestare contro la decisione del Comune di Pisa, che nelle prime ore dell'anno, senza preavviso, ha fatto rimuovere l'edicola confiscata alla Mafia di Borgo Stretto.

Tra le iniziative messe in campo durante il presidio di sabato 4 gennaio, anche l'affissione di alcuni manifesti mortuari che riportavano in parole il senso dell'iniziativa.

"DOV'È L'EDICOLA?

L'edicola confiscata alla mafia situata in questo punto di Borgo Stretto è stata rimossa dal Comune di Pisa in un silenzio sconvolgente e inquietante.

È successo la mattina del 2 gennaio, senza alcuna precedente comunicazione e in una Pisa svuotata dalle ferie natalizie.

Con lei sono stati rimossi tutti i disegni e i pensieri che vi erano stati affissi dai bambini delle scuole di Pisa che immaginavano progetti di riutilizzo.

È questa la lotta condivisa per mantenere vivo questo simbolo che ci era stata assicurata?

Che cosa significa denque LEGALITA'?

CHIEDIAMO CON FORZA RISPOSTE ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE"

Nelle scorse ore Punto Radio ha dedicato la puntata di Primo Piano all'edicola confiscata alla Mafia di Borgo Stretto e alla polemica politica scatenatasi a Pisa.

Sull'argomento, la redazione ha ascoltato le posizioni di Gabriele Santoni (ex sindaco di San Giuliano Terme), don Armando Zappolini, Giovanni Garzella (ex consigliere comunale di Forza Italia) e Maurizio Nerini (consigliere comunale di Noi Adesso Pisa - Fratelli d'Italia)

► RIASCOLTA LA PUNTATA clicca QUI

Edicola confiscata alla Mafia rimossa, oggi presidio di protesta
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Sulla rimozione dell'edicola confiscata alla mafia da parte del Comune di Pisa, nelle scorse ore abbiamo ricevuto altre prese di posizione.

Il Comitato regionale e quello pisano dell'Arci scrivono:

"Abbiamo appreso con rabbia e profondo dispiacere la notizia della rimozione dell'edicola confiscata alla mafia in Borgo Stretto a Pisa. Un gesto inaccettabile, che non possiamo non condannare, perché unilaterale, preso dall'Amministrazione Comunale di Pisa, durante le feste, in solitudine e senza concerto alcuno. Tutto questo nonostante gli impegni più volte presi con le istituzioni del territorio, primi fra tutti l'Università di Pisa, la Scuola Superiore S.Anna e le associazioni che operano da sempre sul territorio sul tema della legalità e della lotta alla mafia, che aveva come obiettivo quello di riqualificare il bene confiscato.

Impegno rinnovato anche nel maggio scorso alla presenza di Don Luigi Ciotti in occasione del conferimento della Laurea Honoris Causa e che a maggior ragione oggi non può non lasciare nel più totale imbarazzo l'attuale primo cittadino di Pisa.

L'edicola non è stata soltanto un "chioschetto di giornali", ma è stata un simbolo tangibile di lotta alla mafia, della vittoria dello Stato contro le organizzazioni criminali ed è diventata per sua natura anche una testimonianza viva che la mafia opera e fa affari anche sul nostro territorio, che la mafia non è solo un racconto di storie lontane dal nostro quotidiano. Ecco perché questa scelta lascia inquieti, turbati, gettando ombre sull'operato dell'amministrazione del sindaco Conti.
 
Non ci convincono le motivazioni addotte, per altro mai in maniera ufficiale, da parte del Comune per cui la rimozione del bene sarebbe il risultato di un preciso impegno di lotta al degrado. Lo stato di abbandono in cui versava l'edicola, infatti, è una diretta responsabilità politica, poiché nessuna proposta di riqualificazione è mai stata presentata concretamente dal Sindaco di Pisa, nonostante gli accorati appelli, gli impegni presi e le proposte fatte.

A questo proposito è bene sottolineare come il bene fosse ancora in capo all'Agenzia nazionale dei beni confiscati e che fosse dovere quindi del Comune attivarsi per acquisirlo nel proprio patrimonio e permetterne così un suo riutilizzo.

Per questo ci turbano ancora di più le modalità con cui sono state prese tali scelte, la mancanza di rispetto nei confronti degli interlocutori con cui il Comune di Pisa aveva inizialmente avviato un primo confronto. Il nostro è un appello affinché si chiariscano le motivazioni reali della rimozione, il perché non siano stati coinvolti gli attori interessati dalla scelta dell'amministrazione Conti e su quali siano le reali proposte da parte del Comune per far tornare quel bene a vivere con più forza di prima.

Siamo ben consapevoli che la lotta alla mafia si faccia tutti i giorni, infatti come associazioni ci impegniamo da sempre con progetti nelle scuole, con campagne di sensibilizzazione nelle città, ma i simboli hanno il potere di raccontare fisicamente cos'è stato e cosa non deve più essere e quell'edicola era un vanto, era l'emblema della vittoria di tutte le cittadine e tutti i cittadini onesti contro la criminalità organizzata.

Ecco perché il vuoto che lascia è una metafora del vuoto con cui l'Amministrazione Comunale di Pisa ha deciso di rispondere a quel preciso simbolo di lotta quotidiana alla mafia".

Anche Avviso Pubblico si schiera con Libera Pisa.

"Il giorno di Capodanno il comune di Pisa rimuove l'edicola confiscata alla mafia sotto la loggia in Borgo Stretto. Un intervento fatto all'insaputa di tutta la comunità e di Libera che ha scatenato molte reazioni tra cui quella di Matteo Cecchelli, consigliere comunale di San Giuliano Terme e neo membro dell'assemblea nazionale di Avviso Pubblico.

"I rappresentanti leghisti si nascondono dietro al dito del decoro e dell'abbandono, ma il fatto che questa fosse chiusa ed inutilizzata è un'aggravante per l'amministrazione pisana, vuol dire che non si è lavorato per restituire il bene alla comunità ma piuttosto alla sua demolizione. Un'abdicazione all'impegno pubblico contro le mafie che la giunta Conti ha risolto con l'eliminazione furtiva del simbolo e della testimonianza senza nessun progetto".

“C'è chi propone una "targhetta" nascosta in qualche angolo per ricordare l'edicola ma questo è il miglior modo per scordarla. Cosa sarebbe della lotta alla mafia se al posto di ogni bene confiscato si mettesse solo una "targhetta"? Il modello funziona solo con la restituzione di quei beni alla collettività, in molti posti d'Italia questi beni producono reddito e cultura restando a testimonianza dell'impegno dello stato e della collettività contro le organizzazioni mafiose.”

Nel febbraio 2012, in questa città, è stata scritta la "Carta di Pisa", il codice etico per promuovere la cultura della legalità e della trasparenza negli enti locali predisposto da “Avviso Pubblico”. Oggi questa carta, integrata ed adeguata alle nuove normative antimafia, è divenuta la "Carta di Avviso Pubblico".

La Carta di Avviso Pubblico impegna gli amministratori “ad esercitare la funzione pubblica che gli è stata affidata con diligenza, lealtà, integrità, trasparenza, correttezza, obiettività e imparzialità, impegnandosi ad esercitare il suo mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine dell’Amministrazione.”

“Il comune di Pisa è tra gli enti locali che aderiscono ad Avviso Pubblico – conclude Cecchelli – sono quantomeno sconcertanti le modalità utilizzate dalla giunta pisana. Sicuramente non ha agito con trasparenza e correttezza, non si è confrontata con le associazioni e con il Consiglio Comunale. E’ necessario che si faccia un passo indietro su questa scelta, Pisa non merita un tale affronto”.

redazione.cascinanotizie