Emergenza abitativa, a Cascina una situazione esplosiva. L'Unione Inquilini: "Problema strutturale"
Questa mattina, al ventitreesimo accesso dell'ufficiale giudiziario, lo sfratto esecutivo ordinato nel 2014 ha colpito una famiglia residente a Cascina.
Il nucleo familiare, con due minori a carico, ha trovato rifugio presso il distretto socio-sanitario di Navacchio, dove alloggerà temporaneamente in attesa di una soluzione della vicenda.
Lo sfratto, ancora una volta, ha evidenziato la difficile situazione abitativa di Cascina; comune di 45 mila abitanti, in possesso di un numero insufficiente di case popolari rispetto alle richieste delle tante famiglie in difficoltà.
Oltre alla pattuglia dei carabinieri arrivati a sostegno dell’ufficiale giudiziario, in via Alessandrini 20 erano presenti anche l’Unione Inquilini e i proprietari dell’immobile, anch’essi vittime involontarie dell’emergenza abitativa che sta colpendo Cascina.
«Qua a Cascina - spiega Claudio Lazzeri dell’Unione Inquilini - ci sono 40/50 famiglie in emergenza abitativa. A questo punto, non bisogna neppure più parlare di emergenza, ma di un fatto strutturale. Il problema va vanti da anni e non si limita solo all’attuale amministrazione».
Per Lazzeri, le case popolari disponibili a Cascina sono insufficienti.
«C’è sempre stato - continua - un problema di reperibilità degli alloggi, non è mai stato fatto niente. Considerate che a fronte di una popolazione di 45 mila abitanti, Cascina ha circa trecento case popolari. Pisa, ad esempio, ne ha tremila ed è chiara la differente politica abitativa applicata in questo territorio».
Tra le soluzioni messe a disposizione dall’amministrazione comunale, c’è anche l’”albergazione”.
«Sì è vero - dice Lazzeri - potrebbero esserci altre forme di assistenza emergenziale attraverso l’uso di appartamenti per lungo periodo, è stato fatto anche a Pisa. Alle famiglie di Cascina, però, viene detto vai albergo dieci giorni e poi ti arrangi. Una soluzione assurda, soprattutto quando si parla di famiglie con minori».
Per l’Unione Inquilini, quindi, l’amministrazione cascinese deve trovare una soluzione duratura e lungimirante.
«Non si può più attendere - conclude Claudio Lazzeri - che le situazioni arrivino all’ultimo punto come in questo caso. Bisogna attivarsi, affinché siano destinate delle vere e proprie voci in capitolo di bilancio riservate all’emergenza abitativa e al problema strutturale degli alloggi popolari mancanti».
A difendere gli interessi dei proprietari dell'immobile l'avvocato Cristina Bibolotti, che durante l'intervista allegata qua sotto, spiega le difficoltà attraversate da quella che dovrebbe essere la parte forte della vicenda, ma che in pratica, subisce l'inadeguatezza della politica abitativa cascinese.
Clicca QUI e ascolta l'intervista a Cristina Bibolotti da tablet o smartphone