Festa della Toscana: cancellata la visita delle scuole alla 46a Brigata Aerea di Pisa
Dopo le proteste modificato il programma ufficiale. Auletta avverte: "No a colpi di mano del Comune, vigileremo"
La giunta comunale di Pisa ha ritirato la prevista visita delle scuole e dei giovani provenienti da Gerico alla 46a Brigata Aerea, inizialmente inserita nel programma della Festa della Toscana.
La decisione - dice Diritti in comune - è arrivata dopo le critiche che avevano denunciato l’iniziativa come “incoerente con lo spirito della Festa, dedicata al tema della pace”.
Ha scritto Diritti in comune.
Grazie alla denuncia nostra e dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, a cui si sono aggiunte molte altre voci, la Giunta Conti è stata costretta a un repentino passo indietro. Infatti, nella riunione di Giunta di martedì scorso, la destra ha modificato la delibera approvata la settimana precedente sul programma della Festa Toscana, cancellando la visita delle scuole e dei ragazzi e delle ragazze provenienti da Gerico — in virtù del gemellaggio con il nostro Comune — alla 46ª Brigata Aerea.
Si tratta di un primo risultato importante, a fronte dell’ennesimo tentativo di questa amministrazione di sostenere la propaganda militarista del nostro Governo e di nascondere le gravissime complicità dell’Italia nel genocidio del popolo palestinese da parte di Israele.
Nella nuova delibera viene quindi eliminata questa visita e si parla invece, in termini generici, di eventuali incontri con istituzioni cittadine. È importante ora che vi sia chiarezza e che non ci siano furbizie da parte dell’amministrazione, con colpi di mano dell’ultimo momento sui quali noi continueremo a vigilare.
Se si vuole che questa giornata sia un reale momento di discussione, affinché la nostra Regione — come indica il titolo a cui è dedicata la Festa — sia davvero un “ponte di pace”, servono scelte in assoluta controtendenza rispetto a quelle che quotidianamente Comune e Regione hanno fatto e continuano a fare.
La Toscana, per essere veramente un ponte per la pace, dovrebbe:
– impedire, con un provvedimento della Regione e di tutti i Comuni, l’utilizzo delle proprie infrastrutture civili (ferrovie, porti, aeroporti, autostrade e canali) per il trasporto di armi, a differenza di quanto avviene oggi;
– opporsi alla realizzazione della nuova base militare nel Parco di San Rossore e a Pontedera, nonché a qualsiasi ulteriore progetto di militarizzazione del territorio (come il comando a Firenze), invece di sostenerli convintamente e in maniera bipartisan, come fanno la Regione Toscana con Giani e il Comune di Pisa con Conti. Dovrebbe inoltre promuovere un processo di smilitarizzazione dei propri territori, a partire dalla chiusura e riconversione ad usi civili di Camp Darby;
– interrompere, in tutte le sue articolazioni istituzionali, qualsiasi rapporto commerciale, economico e istituzionale con Israele e con le aziende israeliane complici del genocidio del popolo palestinese.