Fine del lavoro da casa: i dipendenti del Comune non ci stanno
In tempo di pandemia lo smart working è diventato un "buona abitudine". "Migliorata la qualità della vita dei dipendenti e la qualità del servizio reso ai cittadini". Ora indietro non si vuole più tornare
L’amministrazione del comune di Pisa vorrebbe far ritornare tutti i dipendenti comunali in presenza azzerando lo smart working. Questo, dal prossimo 31 luglio, termine ultimo dello "smart working" che abbiamo conosciuto in tempo di pandemia.
L'altra scadenza importante da tenere presente è invece il 31 gennaio 2022, quando ogni comune italiano dovrà adottare il Pola, il Piano organizzativo del lavoro agile.
Nel tempo che intercorrerà tra le due date, quindi, a Pisa, probabilmente, si tornerà alla vecchia "normalità pre pandemica", anche se nell'anno e mezzo che ci siamo lasciati alle spalle le abitudini di tutti sono cambiate, sia quelle dei dipendenti comunali, che quelle dei cittadini.
"Una scelta punitiva e anacronistica" - riporta una nota - che mette "sul piede di guerra i dipendenti comunali".
Parlando un po' di numeri va ricordato che il Comune di Pisa ha in organico circa 650 dipendenti. Di questi 350/400, nel periodo pandemico hanno lavorato da casa, in smart working. La percentuale dei "lavoratori agili", si alza poi a circa il 90% dei dipendenti comunali, questo tenuto conto che circa 200 di questi sono assunti dalla Polizia Municipale e quindi non compresi tra quelli in smart working per esigenze di servizio.
Le scelte del Comune di Pisa su questa importante tematica organizzativa, però, sono ancora del tutto sconosciute e non ufficiali.
Per mettere luce sull'argomento e dopo la richiesta di due consiglieri comunali del PD, Benedetta Di Gaddo e Andrea Serfogli, di questa vicenda se ne parlerà in una delle prossime riunione della quarta Commissione Consiliare (dedicata al personale).
“Entro il 31 gennaio - così scrivono i due consiglieri comunali - tutti i Comuni devono adottare il Piano organizzativo del lavoro agile, il cosiddetto POLA. Il Comune di Pisa non l’ha ancora adottato. Il POLA dovrà prevedere, limitatamente alle attività che possono essere svolte in modalità agile, che dello smart working possa avvalersi almeno il 15% dei dipendenti e che gli stessi non subiscano penalizzazioni. Inoltre nel Pola dovranno poi essere definite le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti. In caso di mancata adozione del Pola - concludono Di Gaddo e Serfogli - il lavoro agile si applica almeno al 15% dei dipendenti, che lo richiedano. E il Comune di Pisa che fa?”.