Gavorrano - Pisa, il borsino
di Valentina Mazza
Seconda sconfitta consecutiva, sei punti lasciati per strada a squadre di bassa classifica come Lucchese e Gavorrano e addio ai sogni di gloria, nonostante davanti si corra al rallentatore. Il Pisa fa come quei fondisti che restano nel gruppo di testa, ma al suono della campanella dell’ultimo giro non hanno la forza di allungare, restano al palo e vedono gli altri scappar via.
COSA FUNZIONA Su campo da calcio niente, l’unico aspetto da tenere in considerazione è la presa di coscienza da parte della tifoseria che alla fine ha esortato la squadra “a tirare fuori gli attributi”, oltre che a pretendere “gente che lotta”. E’ la prima volta nel corso della stagione, anzi della gestione Corrado che gli uomini che scendono in campo vengono contestati, auguriamoci possa essere uno stimolo per i giocatori a dare qualcosa in più soprattutto sotto l’aspetto caratteriale.
COSA NON FUNZIONA Il Pisa di oggi sono 11 giocatori più 5 entrati nella ripresa che sembrano tante belle figurine da collezione, nomi importanti da attaccare sull’album, giocatori che presi uno per uno giocherebbero titolari in tutte le squadre del campionato compresi gli altri gironi, ma che non sono una squadra. Perché una squadra vera, con gli attributi, non scende in campo contro il Gavorrano, dopo la figuraccia di sette giorni prima in un derby importante con la Lucchese, come se stessa andando a giocare una amichevole di fine luglio, a maggior ragione dopo aver ricevuto una grande iniezione di fiducia dai propri tifosi che in settimana avevano ribadito il sostegno alla squadra. E non è bastato lo schiaffo subito dopo 13’, con evidenti colpe del portiere nerazzurro, a far reagire una squadra che per tutta la partita non ha mai cambiato ne ritmo, ne mentalità.
Al Pisa mancano i giocatori che nelle difficoltà possono prendere per mano i compagni e trascinarli fuori dalle sabbie mobili, la squadra è monocorde, viaggia sul filo dell’elettroencefalogramma piatto e non certo da oggi. Da Olbia a Grosseto, questa squadra non ha mai dato la sensazione di poter sbocciare di poter crescere, di potersi trasformare in quello che la società ed i tifosi sognavano d’estate. Per tanto tempo poi è rimasta in piedi grazie ai risultati arrivati un po’ per la pochezza di un campionato con 8 – 10 squadre da serie D, un po’ sulla Dea Bendata, leggi i pali di Siena e Viterbese, ed i clamorosi errori degli attaccanti del Cuneo. Insomma le difficoltà del Pisa culminate negli ultimi 15 giorni si erano già manifestate in passato, ma erano state sopite dai risultati. Male ha fatto la società a non captare quei segnali preoccupanti per tempo. Nel calcio la lungimiranza, la velocità di azione, la capacità di anticipare i momenti di difficoltà è fondamentale e l’area tecnica del Pisa questa capacità ha dimostrato di non averla.
Nel dopo partita è andato in scena anche il teatrino della vicenda Carillo, con il direttore generale Giovanni Corrado che ha accusato l’entourage del giocatore di mal consigliarlo ed a stretto giro di posta è arrivata la replica del giocatore affidata al suo profilo Instagram: sarò un nostalgico del passato, quando i social non c’erano, ma i panni sporchi si lavano dentro le mura degli spogliatoi, la comunicazione in casa nerazzurra, sotto questo aspetto dovrebbe essere decisamente più accorta.
DA RIVEDERE Da rivedere è anche tutto il sistema di gioco. Il Pisa in estate è stato costruito per giocare con il 433, poi si è adattato ad un 4231, ma i due centrocampisti in ogni partita vanno clamorosamente in difficoltà sotto il peso del centrocampo avversario. Gucher non può giocare in un centrocampo a due, viene mortificato nelle sue caratteristiche, davanti la squadra non ha peso, i reparti spesso sono scollegati, mancano le idee e troppo spesso ci si affida a lanci lunghi. Da rivedere è l’intera gestione dell’area tecnica che fino ad oggi, da gennaio 2017, ha regalato solo delusioni marcando il passo rispetto ad una gestione amministrativa che invece è invidiata da tutti.
Il cambio di passo, non può più essere rimandato, domenica arriva l’Alessandria che non è la squadra affrontata e battuta in girone fa, un’altra batosta sarebbe imperdonabile.