Giovane mamma con figli minori al seguito sfrattata dall’inquilino abusivo

Cronaca
Santa Maria a Monte
Martedì, 12 Settembre 2023

Al rientro da due giorni di vacanza ha trovato la porta sprangata e l’alloggio occupato

Essere sfrattati di casa, dalla casa in cui sei cresciuto insieme alla nonna, da un abusivo senza alcun diritto, entrato forzando gli ingressi e deciso a non farti riavere indietro le tue cose, i tuoi soldi e i ricordi di una vita.

Questa, in sintesi, la storia di Cristina (usiamo un nome di fantasia) e delle sue due bambine, costrette a trovare un nuovo alloggio, anche se all'Apes era stata inoltrata una richiesta di due mesi di proroga. Sessanta giorni in più per vivere ancora nella casa popolare assegnata alla nonna spirata poco prima, utili per cercare una sistemazione adeguata e per traslocare senza lasciare nulla indietro.

Oggi parliamo di una vera e propria ingiustizia, figlia dell’inosservanza delle regole da parte dei “più forti”. Di quelli, ce ne sono tanti in giro, che al posto della Legge preferiscono far valere altro, pensando anche di essere furbi.

Cristina e le sue bambine ora hanno trovato dove appoggiarsi e anche se non vogliono riavere indietro la casa, pretendono che chi di dovere (Comune di Santa Maria a Monte, Apes e Forze dell’ordine), faccia valere i loro diritti e più in generale la Legge.

Punto Radio e Cascina Notizie, allora, rispondono al loro appello e pubblicano la sequenza degli eventi, così come raccontati proprio dalla giovane mamma.

“Dalla scorsa primavera – racconta Cristina – dopo otto anni vissuti in Campania sono tornata a Montecalvoli, nella casa in cui ero cresciuta, per accudire mia nonna”.

A fine luglio la nonna di Cristina muore e pochi giorni dopo, approfittando dell’assenza della giovane mamma e delle sue due figlie, nell’appartamento Apes subentra un nuovo inquilino, abusivo.

“Al rientro a casa da due giorni di vacanza – prosegue la donna – abbiamo trovato la porta di casa sbarrata, senza che nessuno ci avesse avvertito del subentro. L’uomo, abusivo, che conosciamo, da quel giorno ci ha impedito di entrare nell’alloggio, anche solo per farci prendere i vestiti e le nostre cose: compresi soldi, mobili e molto altro ancora. Tutto di proprietà nostra e dei miei familiari”.

Cristina decide quindi di rivolgersi alle istituzioni: “Sì – continua – abbiamo informato il Comune di Santa Maria a Monte senza alcuna conseguenza. Abbiamo denunciato l’accaduto ai Carabinieri e all’Apes, ma anche in questo caso non abbiamo ottenuto alcun risultato”.

L’uomo subentrato nell’alloggio popolare, intercettato dai Carabinieri, aveva anche promesso ai militari dell’Arma di far rientrare la donna per permetterle il trasloco. “Beh – dice Cristina – quando siamo arrivate a casa abbiamo nuovamente trovato chiuso, mentre l’abusivo si è reso irreperibile. L’unica cosa che abbiamo ottenuto indietro, sono due buste della spesa, riempite con alcuni capi d’abbigliamento e lasciate senza alcuna accortezza in un casotto costruito dietro all’abitato”.

La giovane mamma, trovandosi davanti solo porte chiuse, aveva anche provato a riportare la sua vicenda ai giornali locali, ma anche in quel caso alla sua situazione non era stato dato peso.

“A questo punto – conclude Cristina – vogliamo solo che le nostre cose ci siano restituite e che l’abusivo paghi per le sue azioni. È davvero incredibile che sia permesso tutto ciò, senza considerare che da un giorno all’altro, io mi sia dovuta ingegnare per trovare una nuova casa dove abitare con le mie due bambine. Questa è una vera e propria ingiustizia”.

La palla ora passa ad Apes (proprietaria dell’alloggio) e al Comune di Santa Maria a Monte, chiamato a far rispettare le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari e la Legge.

carlo.palotti