Gli ambientalisti chiedono le dimissioni del Presidente del parco di San Rossore
La richiesta nasce dopo l'approvazione da parte della Regione Toscana del Piano Integrato del Parco che prevede anche la base militare nell'area ex Cisam e dopo le critiche del presidente Bani al prof. Cervellati
Questo il comunicato integrale degli ambientalisti
Nel suo ultimo intervento il presidente Bani si dichiara soddisfatto dell’approvazione da parte della giunta regionale della delibera che trasmette al Consiglio Regionale il Piano Integrato del Parco proposto del Comitato Direttivo del Parco stesso, modificato nel corso del procedimento. Rinviamo un giudizio dettagliato a quando i documenti varati dalla giunta regionale saranno disponibili. Il link presente nella delibera non funziona ed essa è, a nostro avviso, illegittima; deve essere corretta e riapprovata, cosa che abbiamo fatto già presente via pec alla Regione. Per ora manteniamo il giudizio negativo che abbiamo espresso sul testo varato dal Parco.
Ma Bani non si limita a questo. Con il suo solito atteggiamento immodesto, si permette di bacchettare e fare una polemica di basso livello con uno degli urbanisti più grandi che abbia avuto il paese, riconosciuto a livello internazionale, Pierluigi Cervellati, il quale, intervenendo alla nostra iniziativa alla Leopolda, ha affermato che costruire una base militare al CISAM sarebbe la morte del parco. Cervellati è il padre dell’attuale strumento di governo del territorio di quel Parco che Bani dovrebbe difendere.
Al contrario di quello che sostiene il Presidente nominato del Parco, è stato giusto pianificare anche quelle aree con il PTC coordinato da Cervellati ed ancora vigente, programmando poi una progressiva riduzione dell'estensione delle aree utilizzate a fini militari ed una loro restituzione all'uso civile. Quel PTC e quelle previsioni avrebbero dovuto attuarle coloro che hanno amministrato il Parco negli anni. Una visione completamente diversa da quella presente nell'attuale proposta di Piano Integrato del Parco, inviata in Regione con l'invenzione delle aree DAM nelle quali sono ammissibili nuove edificazioni per addizione volumetriche senza limiti nonché nuove "opere di urbanizzazione" senza specificarne l'estensione, e che confermano, anzi consolidano, la presenza militare nel Parco.
Ma Lorenzo Bani insulta di fatto i moltissimi scienziati e scienziate di alto livello intervenuti alla nostra iniziativa alla Leopolda, non considera i documenti approvati dai consigli comunali, i pareri dei sindaci e di tanti esponenti politici di tutti gli schieramenti che si sono espressi contro la base al CISAM. Ignora del tutto le migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione.
Bani insulta in primo luogo la verità quando afferma che la base al CISAM si farebbe senza consumo di suolo. Una base che occuperebbe solo a San Piero a Grado 90 ettari di bosco, e coinvolgerebbe quindi varie migliaia di alberi, quella stessa che a Coltano prevedeva 440.000 metri cubi di edificato: come potrebbe non comportare consumo di suolo? E’ sufficiente osservare le foto (allegate) dello stato attuale e di quello previsto nel decreto governativo per capire l’assurdità di una tale affermazione.
Bani ha fatto un errore madornale a proporre, per primo, il CISAM come sito per la nuova base dei Carabinieri. Dovrebbe ammetterlo e impegnarsi a trovare una soluzione alternativa, fuori dal Parco e senza consumo di suolo. Con lui, per questa soluzione dovrebbe impegnarsi anche il Presidente della Regione Toscana, che si avvia alle elezioni avendo contro molti cittadini e tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente
La misura è colma. Bani deve dimettersi. Il Parco deve essere salvaguardato, e noi continueremo questa lotta di civiltà
Pisa 9 dicembre 2024
Le Associazioni ambientaliste promotrici della petizione