Gli studenti e le studentesse del Liceo Buonarroti: "L'occupazione è solo l'inizio"

Cronaca
PISA e Provincia
Venerdì, 13 Dicembre 2024

 

l'intervista integrale è riascoltabile tramite il lettore qua sopra o sul podacast Spotify PuntoRadioFM

 

In diretta su Punto Radio, i ragazzi e le ragazze dell'Istituto pisano spiegano le motivazioni della protesta: dalla mancanza di fondi alla precarietà dei docenti, fino alla volontà di trasformare la scuola in una comunità formativa e partecipativa

Gli studenti e le studentesse in protesta del Liceo Scientifico Buonarroti di Pisa, si raccontano a Punto Radio. Con un collegamento in diretta trasmesso la mattina di venerdì 13 dicembre, durante le Note del mattino di Massimo Corsini, i ragazzi e le ragazze dell'Istituto pisano hanno voluto far luce sulle ore, concitate, vissute al Buonarroti.

Momenti che uniscono la protesta alla socialità, come raccontato, sempre nell’alveo del vivere civile e secondo un percorso ben preciso. Iniziato un anno e mezzo fa e giunto ad una tappa intermedia, in cui l’occupazione avviata lunedì 9 dicembre, rappresenta solo un punto da cui ripartire in vista del traguardo finale.

Ma perché è stato deciso di occupare: "La decisione di occupare – hanno detto i ragazzi e le ragazze del Buonarroti - è riportata nel comunicato che abbiamo diramato, ma siamo molto determinati sulla scelta di una azione così forte. Proprio perché (le nostre ndr) sono delle rivendicazioni, delle denunce, particolarmente forti ed hanno bisogno di risposte forti per riuscire ad essere ascoltate".

Il taglio dei fondi previsto dal Governo, la precarietà dei docenti, la mancanza di personale, i soldi sottratti all'assistenza specialistica. Queste le rivendicazioni principali.

La scuola è stata occupata – proseguono - "non solo per fare comunità, ma anche per rendere questo spazio un luogo di formazione. Dove ci diamo noi i temi su cos'è la formazione”. “Cerchiamo di sfruttare lo spazio al meglio e di fare comunità. Ad esempio, pranziamo insieme e anche solo questo fatto, rende il sistema scuola più funzionale".

Ieri, al Buonarroti occupato, si è parlato di femminismo, oggi, invece, è prevista una giornata dedicata al tema della guerra.

Ma qual è la situazione con le altre scuole, che tipo di rapporti intercorrono con gli alti Istituti scolastici e l'Università di Pisa? "Ci siamo coordinati con le altre scuole – insistono gli studenti le studentesse - per una azione che risultasse forte. Questa è solo una tappa di un percorso che abbiamo iniziato da tempo. In questo momento siamo collegati direttamente con il Dini. Si è creata una rete, una rete che ha fatto un'analisi comune e che ha prodotto, ad esempio, un solo e unico comunicato congiunto".

L’intervista si avvia alla conclusione e la domanda sorge spontanea. Quanto è faticoso occupare? "Molto – raccontano dal Buonarroti -. Sono tante responsabilità, ma ne vale la pena se i risultati sono questi".

Fino a quando occuperete? E dopo, come porterete avanti le vostre rivendicazioni?

"Ne stiamo parlando – concludono gli studenti le studentesse - e stiamo decidendo tutti insieme, come studenti del Buonarroti. Dopo, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, cercando anche un riscontro con la città. L'occupazione è una tappa centrale di un percorso, non la sua conclusione. Le nostre rivendicazioni sono utopistiche, però siamo davvero determinati a fare tutto il possibile per riuscire a raggiungerle".

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carlo.palotti