Gozzano - Pisa, il borsino

Sport
PISA e Provincia
Martedì, 23 Ottobre 2018

Il Pisa vince la terza partita consecutiva, la seconda in trasferta. Per ritrovare un filotto del genere bisogna tornare alla stagione scorsa, quando i nerazzurri batterono in casa la Viterbese e poi arrivarono addirittura a quattro di fila superando Prato e Arzachena in casa e Cuneo in trasferta. Per trovare due vittorie consecutive invece bisogna andare al novembre scorso quando i nerazzurri batterono Carrarese e Pro Piacenza, ma in mezzo si fecero bloccare sul pari dalla Giana Erminio.

COSA FUNZIONA La mentalità: gli ingredienti per fare una brutta figura c’erano tutti e storicamente tutti nel DNA del Pisa, basti ricordare la figuraccia di Savona un paio di anni fa, ma anche quella di Gavorrano dell’anno scorso. La storia ultracentenaria del Pisa è piena di inciampi contro squadre con poco pubblico, poca tradizione, poco appeal, stavolta no. Stavolta è andata in modo diverso perché il Pisa ha affrontato il Gozzano come avrebbe affrontato qualsiasi altra squadra con la consapevolezza che senza la giusta cattiveria sarebbero stati guai. Il merito di Luca D’Angelo, a questo punto della stagione, è anche quello di saper far ruotare gli uomini, esiste uno schieramento base, ma non esiste il titolare inamovibile, quello che gioca perché dietro la schiena, sulla maglia, porta un certo nome, il risultato è che chi va in campo da fino all’ultima stilla di sudore, sapendo di portare il suo mattoncino alla causa.

Dal punto di vista tecnico ieri abbiamo vista un Pisa padrone del centrocampo come non accadeva da tempo. Gucher e compagni non davano punti di riferimento agli avversari che non sapevano se aspettarsi la fase di impostazione dall’austriaco o da De Vitis, ma anche 20 metri più indietro da Brignani, partita sontuosa la sua, o anche da Masi che sembra fare progressi a livello di confidenza con la palla. In attacco è prezioso il goal di Marconi, vuoi perché ha chiuso la partita, vuoi perché ha restituito il sorriso ad un giocare che, per sua stessa ammissione ai microfoni di Punto Radio nel dopopartita, iniziava a soffrire la mancanza della rete, che, una volta ritrovata, ha regalato al giocatore molta più fiducia anche in fase di gestione della palla lontano dall’area di rigore.

COSA NON FUNZIONA Se proprio vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo il Pisa questa partita avrebbe dovuto chiuderla prima, soprattutto dopo il rigore sbagliato dal Gozzano e mancato il morso della tigre. Trascinare la contesa fin quasi al termine poteva costare molto caro. Comunque il Pisa, anche nella serata vercellese, ha mostrato una solidità difensiva sulla quale in pochi avrebbero scommesso alla vigilia del campionato: nelle prime sette partite ha mantenuto la porta inviolata in cinque occasione, prendendo goal solo dalle squadre di Piacenza, che, per fare una battuta, per fortuna sono soltanto due.

DA RIVEDERE Lisi, Birindelli ed il gioco sugli esterni in generale, complice, forse, anche le dimensioni del campo, ieri sera al Pisa sono mancate le incursioni sulle fasce, raramente i nerazzurri sono arrivati a crossare dal fondo, resta poi il dubbio che il centrocampo possa fare a meno di Di Quinzio, bravo comunque a procurarsi il rigore, ma non di Marin che spezza il gioco avversario, ma è anche in grado di servire assist al bacio come quello che ha portato al raddoppio di Marconi.

Domenica arriva una delle corazzate del campionato, la Pro Vercelli costruita per fare la serie B e che dopo un’estate travagliata si è ritrovata in C e con diverse partite da recuperare. Un test, quello contro gli imbattuti piemontesi, che ci dirà molto sul tipo di campionato che i nerazzurri potranno fare. Quello che è certo è che gli occhi di tutto il campionato saranno puntati proprio sull’Arena Garibaldi dove si potrebbero delineare meglio le gerarchie di questo campionato livellato come mai era capitato in precedenza.

massimo.corsini