Guerra del prezzo del latte: "Allevatori ricattati, siamo pronti a misure drastiche"

Cronaca
PISA e Provincia
Sabato, 30 Maggio 2020

Salta il tavolo tra allevatori e aziende di trasformazione, con le seconde che hanno snobbato il confronto a livellpo regionale

Confragricoltura e Cia annunciano battaglia alle aziende di trasformazione, dopo l'ennesimo rifiuto di un confronto serio circa le conseguenze dell'emergenza sanitaria e la "guerra" sul prezzo del latte bovino e ovino.

Siamo stufi che a pagare siano sempre gli allevatori rimettendoci sul prezzo del latte”. I presidenti regionali di Confagricoltura e Cia, Marco Neri e Luca Brunelli, rompono gli indugi dopo l’ennesimo tavolo regionale, che ha portato nuovamente ad un nulla di fatto sul fronte del prezzo del latte da pagare agli allevatori.

Non possiamo più tollerare un comportamento di questo genere da parte delle aziende di trasformazione - aggiungono Neri e Brunelli -. Puntualmente, come accaduto nei precedenti incontri, molte di loro hanno continuato a mostrare un atteggiamento poco rispettoso nei confronti della Regione e dei nostri associati, nel ruolo di convitato di pietra. Una situazione incresciosa che unisce in un comune denominatore il latte bovino e quello ovino, seppur in misure e modalità diverse”.

I presidenti spiegano che, eccezion fatta per le cooperative dei produttori, le altre aziende hanno colto l’occasione di una emergenza come quella da Covid19 per trarre vantaggi economici, senza motivazione alcuna, a discapito di altri, segnatamente degli allevatori.

Teniamo conto - aggiungono i vertici toscani di Confagricoltura e Cia - che il formaggio e gli altri prodotti non hanno avuto una contrazione delle vendite così marcata, contrariamente a quanto viene sostenuto,  e per l’invenduto è intervenuta Ismea che ha acquistato formaggi per gli indigenti. Non si capisce dunque perché si vuole assolutamente ridurre il prezzo del latte pagato agli allevatori, che a questo punto sono vittime dell’ennesimo ricatto industriale.  E’ curioso che gli stessi caseifici chiedono soldi alla Regione per finanziare i vari PIF, salvo poi, come in questo caso, neppure avere il buongusto di sedersi ai tavoli regionali convocati per non sentire parlare di prezzi che hanno la pretesa di determinare in maniera unilaterale. A queste condizioni - concludono Neri e Brunelli - non ci stiamo e pretendiamo il rispetto che i nostri associati meritano, altrimenti non possiamo escludere di assumere misure drastiche in loro difesa”.

 

redazione.cascinanotizie