I diritti negati? Le pari opportunità non sono le quote rosa
Nel corso della puntata di Primo Piano, condotta dai nostri Luca Doni e Massimo Marini, si è discusso a lungo della mozione presentata dai gruppi consiliari del centrodestra per la revoca della Consulta delle Pari Opportunità e della democrazia di genere. La decisione ha sollevato numerose polemiche.
Si è ribadito più volte, anche grazie alle parole di Elena Meucci, Presidente della suddetta consulta, che essa non ha attualmente nessun costo, quindi non si palesa nessuna altra motivazione se non un’istanza politica che non è difficile supporre sia motivata dalla volontà di fare scalpore. Infatti Cascina si aggiudicherebbe il primo posto come Comune con Consulta NON PATROCINATA dal Comune stesso. Essa però, ribadisce, continuerà la sua attività indipendentemente dalle scelte dell’Amministrazione, avrà vita propria, certo è grave, sottolinea, questo mancato appoggio. Le pari opportunità oggi non riguardano più solo la donna, ma tutta la comunità. Il compito della consulta delle Pari Opportunità è di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono, di fatto, l’estensione dei diritti a qualsiasi soggetto. L’ultimo atto messo in campo dalla consulta riguardava non le donne, ma la questione del bullismo e chiunque frequenti le aule scolastiche sa che si tratta di un problema di non poco conto.
Allora perché tale scelta? Impossibile sapere una risposta in tempi brevi perché all’appuntamento radiofonico sono mancate un rappresentate di Forza Italia, regolarmente invitato e l’Assessora Sonia Avolio, nonostante avessero confermato la loro presenza. Pare impossibile poter dialogare con i nostri amministratori e tutto ciò genera molto disagio, perché è assolutamente impossibile poter fare bilanci e sintesi finali senza la controparte.
Devono, però, fare riflettere le parole di Vincenzo Barone, Rettore della Scuola Normale di Pisa, che sono state condivise da tutti i presenti in radio e da anche i nostri ascoltatori. Al livello di studenti c’è una parità di genere, anzi forse è a maggioranza femminile, ma è ai quadri apicali che la tendenza si inverte, trovare infatti personale docente femminile diventa molto più raro. Non si tratta di quote rosa, c’è solo un discorso di mescolanza, di diversità che non può fare altro che bene al tessuto sociale e anche scolastico, ancor di più universitario. C’è, dice Barone, una deriva culturale che ci ha imbevuto della paura del diverso. È la minoranza al potere che si difende dalla maggioranza che si trova senza opportunità, senza parità o uguaglianza. Non vi è nessuna logica politica, contaminazione e mescolanza sono parole positive e hanno effetto benefico per tutti.
E’ intervenuta anche Alice Vannozzi, rappresentante dell'associazione Looking4 per ribadire le proprie ragioni circa il Progetto Saharawi Cascina, le cui domande circa la continuità del progetto di accoglienza dei bambini saharawi e la volontà di proseguire il gemellaggio con Um Drega sono ancora in sospeso. Anzi si profilano all’orizzonte molte probabilità di sospensione. Oggi al Consiglio Comunale sarà presentata una mozione per avere una risposta dall’Amministrazione Comunale. Vannozzi giustamente sottolinea come questa mancata volontà di consolidare questo progetto sia completamente in contraddizione con le idee professate dalla Lega, quali l’indipendentismo e l’autodeterminazione dei popoli. Nel corso del tempo infatti, molti esponenti della destra non hanno mai fatto mancare l’appoggio a questo coraggioso popolo, piegato dall’invasione del Marocco nel Sahara Occidentale. Di nuovo, motivi economici?
Alleghiamo (a sinistra sotto la foto) il file audio delle parole di Vincenzo Barone che sono la sintesi perfetta di quello che è stato detto. Vi esortiamo ad ascoltarle con attenzione e di rifletterci.