I Rintronauti d'estate tra il Golfo di Baratti e Populonia
Un trekking in cui la storia, la natura e il mare si intrecciano in modo unico: una passeggiata alla scoperta del promontorio di Populonia. Portatevi il costume da bagno e l’asciugamano e concedetevi qualche tuffo nell’acqua trasparente tra un sentiero e l’altro!
Un modo tutto rintronauta (chi siamo? Per scoprirlo clicca qui) per celebrare l’ingresso nella primavera è una piacevole giornata nello splendido Golfo di Baratti e Populonia. Là il clima è più mite rispetto all’umida Valdera in cui viviamo e i paesaggi sono di una bellezza che appare quasi incontaminata, lontano dalle folle dei visitatori che vi si recano in estate, e ci raccontano storie lontane.
Non so se solo noi subiamo a tal punto la suggestione e la pace di questo luogo, ma la pace e l’armonia sembra trasudare da ogni granello di sabbia, da ogni residuo della lavorazione del ferro, da ogni goccia scintillante del mare.
Da un po’ eravamo venuti a conoscenza della possibilità di fare un percorso di trekking che costeggia tutto il promontorio di Populonia così il primo sabato di marzo soleggiato e libero da impegni abbiamo deciso che era giunto il momento di fare questa passeggiata alla scoperta del promontorio di Populonia.
I percorsi che attraversano il promontorio sono numerosi e alcuni abbastanza lunghi.
Passeggiata alla scoperta del promontorio di Populonia
Siamo arrivati a Baratti la mattina presto, tre pescatori anziani stavano sistemando le reti sotto un gazebo di legno, le barche ondeggiavano quasi impercettibilmente sopra la superficie calma del mare. La luce esalta ancora di più la bellezza e i colori di questo piccolo angolo di paradiso.Passeggiata alla scoperta del promontorio di Populonia
Abbiamo parcheggiato nei pressi del ristorante Canessa e iniziato il percorso dall’Ingresso del parco, nei pressi di Punta le Pinacce, lo sguardo si posa sul Golfo che sembra ancora più poetico.
Prendiamo il sentiero 302, a picco sul mare. Il sentiero ricalca un tratto dell’antica via dei cavalleggeri, strada costiera che collegava tutte le torri e i forti del sistema difensivo del Granducato di Toscana. La strada era appunto percorsa prevalentemente dai cavalleggeri, un corpo a cavallo che aveva il compito di sorvegliare l’aera costiera dalla Maremma alla Lunigiana.
Fin da subito il turchese del mare che compare tra i fusti degli alberi di leccio ci toglie il fiato, passeggiate come questa possono sorprenderti anche con piccoli particolari come questo. Nel frattempo il sole scalda i cespugli di macchia mediterranea e i primi aromi si liberano nell’aria.
Il sentiero, segnalato con la tradizionali striscia bianca e rossa del CAI, è un po’ dissestato a causa delle forti piogge dell’autunno scorso, ma comunque percorribile senza grossi problemi. Nei tratti in cui la vegetazione è più bassa si possono vedere il promontorio oppure le isole dell’Arcipelago Toscana. Passeggiata alla scoperta del promontorio di PopuloniaScendiamo fino alla Buca delle Fate, caletta rocciosa con il mare cristallino che deve il nome a strane apparizioni di fate ai pescatori della zona, e a Cala San Quirico. Entrambe le insenature sono riparate dal vento e anche se è marzo abbiamo quasi voglia di metterci in costume.
Giunti a Punta della Galera (dove pranziamo su un panoramico capanno di caccia) lasciamo la via dei cavalleggeri che ci avrebbe portato a Cala Moresca (siamo più o meno a metà via dei cavalleggeri) e prendiamo il sentiero 303, via di San Quirico, per arrivare ai resti del Monastero di San Quirico, di cui oggi è visibile il chiostro interno e i resti della chiesa. Poco più avanti si trova la Chiesa di san Quirico, che anche se ormai abbandonata e svuotata riesce sempre a emanare il suo fascino. Passeggiata alla scoperta del promontorio di Populonia, Chiesa di San Quirico. Dopo una sosta nei pressi della chiesetta proseguiamo sul sentiero 300, via del crinale e una volta giunti a Reciso, da cui parte anche il sentiero per andare direttamente alla Buca delle Fate, seguiamo la via della Romanella che ci conduce accanto alle grandi mura etrusche di Populonia e ci porta fino in basso, verso la necropoli e la nostra automobile.
Un modo diverso per apprezzare ancora di più il Golfo di Baratti, che non finisce mai di sorprenderci!
Durata 4 ore circa, dipende poi dalle soste. Le mappe si trovano qui o presso l’ingresso al Parco Archeologico. È bene portarsi una buona scorta d’acqua e di cibo.
Se vuoi scoprire altri itinerari o luoghi meno conosciuti della Toscana visita il nostro blog!
a cura de I Rintronauti