Ideologia Gender, comunicato delle opposizioni cascinesi
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma di tutti i gruppi di minoranza del Consiglio Comunale di Cascina (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Fabio Poli di Progetto Cascina) su quanto avvenuto nel consiglio di ieri ed in particolare sulla mozione che istituisce un osservatorio contro la propaganda dell' "ideologia gender".
Durante il consiglio di ieri i gruppi di maggioranza, alcuni minuti prima delle 20, e alla chetichella, hanno proposto di discutere una mozione per l’istituzione di un osservatorio di contrasto alla surreale ideologia “gender”. A fronte della richiesta avanzata dalle opposizioni di rinviare la discussione al primo punto del primo C.C., dopo la pausa estiva, si è risposto secondo la solita ingiustificata e netta chiusura avversa ad ogni forma di reale confronto dialettico. Si è fatto ricorso alla solita prepotenza numerica, mai accompagnata da motivazioni convincenti, per mascherare quel vuoto pauroso di contenuti che, ogniqualvolta, caratterizza le loro proposte e, per tale motivo abbiamo ritenuto di uscire dall’aula. Ritenevamo, e riteniamo di una gravità estrema, che elementi di attacco reale ai diritti civili, umani e soprattutto alla limitazione della libertà non possono essere affrontati negli ultimi 10 minuti, dell’ultimo consiglio comunale estivo.
E' chiaramente strumentale il richiamo a fantomatiche divisioni che nascondono, invece, una loro reale mancanza di argomentazioni. Anzi, è di tutta evidenza il continuo ricorso ai “tatticismi” per sottrarsi ai reali contraddittori e a diminuire gli spazi di partecipazione dei cittadini, riducendo l'aula consiliare a puro uditorio di loro stessi.
Lo scarso senso delle istituzioni di chi da solo “se la canta e se la suona” e quando chi governa perde il senso della vergogna, coloro che sono “obbedienti” perdono il rispetto.
Il gioco della destra cascinese infatti è ormai fin troppo chiaro: non potendo dire apertamente che si oppongono all’art. 3 della Costituzione secondo cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…” si inventano il fantasioso spauracchio della teoria gender. Non sono contro i rifugiati ma contro i “finti profughi”. Non sono favorevoli alle discriminazioni verso gay e lesbiche, ma contro il “gender”. Ovvio che chi fa della discriminazione un progetto ideologico e di governo cerca di occultare, anche attraverso questa mozione ulteriore, un pericolo insidioso: favorire le spaccature all'interno di una comunità alimentando un clima di continuo sospetto tra genitori e insegnanti, screditando la professionalità di quest'ultimi. Si vuol introdurre un clima di pericoloso revisionismo oscurantista alimentando l'immagine fittizia di una Cascina ben ordinata e vigorosa i cui cittadini conducono una vita sobria e moralistica secondo valori e ideali che rifuggono ogni forma di laicismo e di libertà, elementi fondanti di qualsiasi società moderna. Si persegue, così, l'esatto contrario di una comunità positiva che alimenti un sistema educativo che fortifichi ed accresca cultura e benessere delle future e giovani generazioni. Del resto, le intenzioni discriminatorie dell'Amministrazione sono state ben evidenziate da varie associazioni del territorio impegnate da anni in progetti contro la violenza di genere ed il bullismo omo-bi-transfobico.
E' un fatto di gravità inaudita, in controtendenza al percorso intrapreso ormai da anni dagli istituti scolastici di Cascina che, in rete tra loro e, con gli istituti della zona, propongono modelli formativi di qualità attenti ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi, con cui sperimentano forme didattiche sempre più innovative ed inclusive che prevedono anche il sostegno ed il supporto di seri e specifici professionisti.
Gli strumenti di monitoraggio sull'efficacia delle proposte esistono già, sono pubblici e, soprattutto, rispondono a criteri oggettivi. Gli organi di democrazia interna agli istituti garantiscono poi condivisione e partecipazione delle famiglie attraverso il loro coinvolgimento nei consigli d'istituto. Non esiste quindi alcuna ragione perché si agitino puri spauracchi in maniera così artificiosa e perniciosa.
Ci si attivi, piuttosto, per confermare i fondi di cofinanziamento per le nostre scuole favorendo l'attività formativa e educativa contro ogni stereotipo: le cronache evidenziano, ormai quotidianamente, un preoccupante innalzamento dei livelli di odio, discriminazione e violenza contro donne, omosessuali, migranti e chiunque sia “diverso”. Ne è testimonianza il risultato della Commissione “Jo Cox” contro la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio presentata in questi giorni alla Camera dei deputati.
Educare i giovani, sostenere le famiglie e, attraverso loro, tutta una comunità alla condivisione, all'empatia, all'apertura garantendone comunque il diritto a poter vivere in sicurezza e secondo i propri costumi necessita di un'azione di governo che non strumentalizzi quel “degrado della convivenza” che acuisce solo sensi d’insicurezza che prevalgono sulla solidarietà. Questi dovrebbero essere gli obiettivi nel cuore e negli intenti di ogni amministratore, non certo il rafforzamento di un clima di relativismo che alimenta sfiducia e paura.