Il 19 marzo manifestazione contro la guerra e la smilitarizzazione dei territori
Iniziativa promossa da No Camp Darby a cui aderisce anche il sindacato CUB
La Cub aderisce alla manifestazione promossa da No Camp Darby e dà appuntamento alle ore 15 di sabato 19 Marzo davanti al sacrario dei Caduti di Kindu (a poche centinaia di metri dall'aeroporto militare di Pisa)
Chi pensa che la guerra si possa fermare prendendo le parti della Ucraina opera solo una scelta di campo a fianco della Nato e del suo allargamento, riporta notizie del conflitto a senso unico e funzionali alla guerra.
Chi pensa che il sostegno militare all'Ucraina sia la soluzione migliore dimentica quanto accaduto negli ultimi 30 anni con il ricorso costante alle guerre per superare la crisi di sovrapproduzione e al fine di depredare interi popoli delle loro risorse seminando distruzione e morte. Veniamo da decenni di guerre sanguinose, di respingimenti dei migranti in fuga dai conflitti, la guerra chiama guerra questa è la realtà occultata.
Chi pensa che l'Ue si debba armare dimentica come già oggi oltre il 2% del Pil sia destinato al settore militare senza dimenticare tutti gli altri fondi destinati alle missioni di guerra nel mondo. Sono soldi sottratti ai salari, alle pensioni, alla scuola e alla sanità che nei prossimi 3 anni subirà tagli cospicui ai già esigui bilanci destinati alla salute
Chi pensa che ci sia un aggressore e un aggredito dimentica quanto scriveva uno storico dell'antichità ossia che le guerre hanno cause reali e cause apparenti, da mesi Usa e Ue inviano armi all'Ucraina per annettere nella nato altri paesi.
Chi pensa che siamo a favore di Putin sbaglia, noi vogliamo combattere le politiche occidentali di aggressione economica e militare, non siamo certo noi ad avere esaltato Putin per anni intrattenendo rapporti economici con gli oligarchi russi accolti in occidente nel nome delle privatizzazioni e liberalizzazioni , osannati come proprietari di società sportive.
La guerra ha sempre ripercussioni negative sulle condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, embargo e conflitto in corso indeboliranno soprattutto i paesi europei più deboli come l'Italia.
Militarizzare porti e aeroporti, aumentare le spese militari, non riconvertire le industrie di armi è il miglior favore reso alla guerra.
Le recenti disposizioni impartite dallo Stato maggiore dell'Esercito italiano confermano che il nostro paese si sta preparando alla guerra invitando i militari a garantire la massima efficienza di tutti i sistemi d'arma e la massima operatività dei corpi.
Come dicevamo tanti anni fa, disertiamo la guerra e rifiutiamo il falso pacifismo di chi ha scelto già da che parte stare ossia a fianco della Nato, della militarizzazione dei territori spendendo ingenti capitali sottratti a scuola, reddito, salario, sanità e welfare.