Il borsino di Arezzo-Pisa
Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde. Dopo essere sembrato il personaggio arguto e rassissicurante visto contro il Pontedera, il Pisa ad Arezzo indossa i panni del repellente e malvagio alter ego. La novella di Stevenson descrive in modo chiaro l’atteggiamento dei nerazzurri, che chiudono il campionato regolare con una sconfitta dai contenuti tipici di un fine stagione al quale, purtroppo, nei tornei italiani siamo tristemente abituati.
COSA FUNZIONA non è possibile trovare qualcosa di buono in una partita che si è deciso di non giocare. Cosí come accaduto due anni fa a Pistoia, il Pisa, o meglio i giocatori del Pisa, decidono di consegnare i tre punti all’avversario in cerca di carità. C’era bisogno di tutto questo? No, dopo un campionato gettato al vento e con una lunga pausa davanti che non giustifica un fantomatico risparmio delle energie, no, non solo non ce ne era bisogno, ma è stato anche inopportuno.
COSA NON FUNZIONA In una squadra che solo a sprazzi dimostra il suo valore e le sue capacità, l’ultimo giorno di scuola prima degli esami doveva servire a qualche giocatore, Ferrante su tutti per far capire di meritarsi un ruolo da protagonista, invece lui, come Cagnano e altri ancora , sono miseramente naufragati in nome del vogliamoci tutti bene e non facciamo del male a chi ha più bisogno di noi. Gli applausi ricevuti dai tifosi dell’Arezzo in tribuna alla squadra che usciva dal campo valgono più di mille parole, anche noi stessi in uscendo dallo stadio, siamo stati ringraziati per l’indulgenza mostrata. Ce ne era bisogno? No, anche perchè il rovescio casalingo del Siena, avrebbe potuto riaprire anche la corsa al secondo posto.
DA RIVEDERE crediamo che Petrone, molto arrabbiato a fine gara, lui questa partita voleva giocarla fino in fondo, non abbia molto da rivedere, al contrario invece, abbia le idee piuttosto chiare sui giocatori su cui puntare per i playoff. C’è solo da augurarsi che per le partite che contano vengano dismessi I panni di Mr Hyde, da ora in avanti non sono più permessi errori, è arrivata l’ora del redde rationem e se si sbaglia si va a casa, per questo, e per rispetto dei tanti tifosi che hanno sacrificato un sabato per la fede nerazzurra, ad Arezzo non c’era bisogno di vestirsi da Babbo Natale, ma c’era il dovere di far vedere una squadra pronta alla pugna nella quale occorrerà più rabbia, cattiveria, e voglia di vincere che fioretto e qualità tecniche. Fra venti giorni si comincia, noi aspettiamo, ancora una volta fiduciosi, Dr Jekyll.