Il borsino di Arezzo - Pisa
Il primo round va al Pisa che torna ad espugnare Arezzo dopo 17 anni. Ecco cosa ha funzionato, cosa no e cosa é da rivedere
Cinque reti, due rigori, uno trasformato e uno parato, alternanza di punteggio. Nella partita di andata del secondo turno dei playoff c’é stato tutto e il contrario di tutto. Alla fine la spunta il Pisa capace di cogliere tutte le occasioni che gli sono capitate nel corso dei 90’
COSA FUNZIONA É un Pisa che sa quello che vuole. Giá questo ai playoff vale un buon 50% del lavoro da svolgere. Poi, in una orchestra che recita lo spartito a menadito, ci sono i singoli orchestrali che fanno la differenza: Gori che para un rigore che vale quando un goal, Benedetti che sembrava non aspettare altro di tornare su quel campo dove commise una ingenuità per riscattarsi e sfoderare la miglior prestazione dell’anno, Di Quinzio che serve un assist e segna il goal partita, Marconi, attaccante di razza che in questi playoff ha saputo aspettare il suo momento per piazzare due acuti pesantissimi. E poi c’é il direttore d’orchestra che con la sua bacchetta dirige alla perfezione scegliendo sempre i suonatori giusti.
COSA NON FUNZIONA Il Pisa ha concesso troppo spazio dalla trequarti fino al limite dell’area. Non é un caso che le reti dell’Arezzo siano nate tutte da li. Piccole imperfezioni da limare in vista della partita di ritorno all’Arena
DA RIVEDERE questo Pisa con questo atteggiamento.guai pensare di aver portato a compimento il lavoro, le ultime rimonte di Champions League, ma anche più umilmente quella nei playoff di serie B del Cittadella, stanno lì a dimostrare che nel calcio fino all’ultimo istante del recupero serve la giusta concentrazione. Dare per morto il nemico agonizzante sarebbe l’errore più grande. Domenica nella nostra Arena, servirà ancora il pubblico delle grandi occasioni e una squadra affamata e desiderosa di completare l’opera.