Il Borsino di Cremonese - Pisa
Una rimonta come solo le grandi squadre sanno fare, una partita che ricorderemo a lungo. Ecco cosa ha funzionato, cosa no e cosa é da rivedere
Le partite a Cremona non sono mai banali, la citazione in diretta di Gabriele Bianchi prima dell’inizio della partita non poteva essere più profetica, senza scomodare “quel” Cremonese -Pisa del giugno 1987, bastava ripensare alla partita di Coppa Italia dello scorso anno quando le due squadre al termine di una girandola di emozioni chiusero 4-4 con la vittoria ai rigori del Pisa. Stavolta i nerazzurri si sono ripetuti, la Cremonese si è fermata a 3 e così sono arrivati punti preziosi per uscire dal pantano della bassa classifica.
COSA FUNZIONA Questo Pisa è una squadra che non muore mai sotto di due reti, fuori casa, anche alle prese con assenze importanti, anche un toro sarebbe stramazzato al suolo. Non questo Pisa che vedeva in campo 9/11 della squadra protagonista a Trieste e di quella partita ha messo in campo lo spirito riuscendo a ribaltarla a “the last kick of the game”. Stavolta il recupero ha premiato il Pisa per la gioia del migliaio di tifosi nerazzurri che hanno incitato dal primo all’ultimo minuto la squadra e che si sono resi protagonisti, oltre che un tifo corretto, anzi esemplare, anche di un bel gesto andando a ricordare una persona che ha fatto la storia del calcio a Cremona restando sempre dietro le quinte, l’applauso di tutto lo stadio è stato spontaneo e sincero, e tutti noi ci siamo sentiti orgogliosi del nostro pubblico. Tornando alla partita: un elogio particolare per Marius Marin “colpevole” di due disattenzioni che hanno portato al doppio svantaggio, non si è lasciato andare, anzi gli errori lo hanno trasformato in un leone capace di non far passare più nessuno. In avanti straordinaria la partita di Masucci che ha messo lo zampino in tutte e quattro le realizzazioni, andandone anche a segnare una con un gesto atletico in elevazione da stropicciarsi gli occhi, ma bene anche i suoi compagni di reparto Vido, in due reti c’è anche il suo zampino, anche se si è divorato una buona occasione, e Fabbro, che con la sua freschezza atletica e la sua caparbietà ha confezionato la punizione (con espulsione) risultata decisiva al 92’. Ma non si può non menzionare Eros Pisano, arrivato in nerazzurro fra lo scetticismo generale, per la sua lunga inattività, sta smentendo tutti dimostrando di essere un professionista serio, perché il lavoro individuale svolto da “senza contratto” lo ha portato a farsi trovare pronto alla prima occasione. È suo il primo goal del Pisa con un subentrato, i nerazzurri erano l’unica squadra dell’intero campionato a non aver ancora segnato con uomini provenienti dalla panchina. Non poteva esserci modo migliore per sfatare il tabù. Infine Samuele Birindelli, chi scrive deve fare mea culpa, perché nella foga della diretta lo ha criticato ingiustamente. Dalla sua parte c’erano tre autentici pesi massimi e nella prima parte di gara non veniva aiutato e supportato dai compagni di centrocampo, anche lui non si è scomposto ed ha poi messo la ciliegina sulla torta del secondo goal in serie B che, contrariamente al primo segnato con il Cosenza, è davvero pensate.
COSA NON FUNZIONA Le amnesie difensive della prima mezz’ora potevano costare care. Due errori, due goal subiti. È un periodo che va così ed il Pisa paga a caro prezzo ogni errore che compie. Stavolta è riuscito a rimediare, ma speriamo di invertire presto la tendenza.
DA RIVEDERE Lo spirito di questa squadra. Finché lo rivedremo ogni fine settimana si può dormire fra due guanciali. Una squadra da uno per tutti e tutti per uno, come nella storia ultra centenaria dello Sporting Club si è visto poche volte. Speriamo di rivedere presto anche il gruppo al gran completo, anche ieri oltre a Varnier e Meroni, lungodegenti, altre tre assenze pesanti. Auguriamoci che con il Chievo mister D’Angelo possa iniziare ad avere l’imbarazzo della scelta.
Man of the match: Gaetano Masucci
Valutazione partita: ●●●●●