Il borsino di Livorno-Pisa

Sport
Sabato, 14 Aprile 2018

Il Derby è andato. Lo ha vinto il Livorno facendo meno del minimo sindacale per portare a casa i tre punti e questa è la cosa che fa più rabbia. Un partita che, alla luce della sconfitta del Siena poteva proiettare i nerazzurri verso l'impensabile e che invece si è trasformata nell'ennesima occasione persa di fronte ad un avversario che fra assenze e condizione fisica precaria era ampiamente alla portata.

COSA FUNZIONA Il Pisa a tratti ha giocato contro un pugile semi suonato che stava alle corde del ring per poi avvinghiarsi all'avversario nella speranza di arrivare incolume al suono del gong. In queste condizioni non è riuscito a fare uno straccio di goal, difficile andare a trovare qualcosa che in questa partita abbia funzionato. I neroazzurri sul piano del gioco non avrebbe neanche fatto male, il fatto è che per vincere le partite, ed in particolare questo tipo di partite, occorre altro, serve quel qualcosa in più che non si è visto. Quindi bene sotto l'aspetto del fraseggio e della manovra, i 14 calci d'angolo sono li a certificarlo, peccato che questo, nel gioco del calcio, non basti.

COSA NON FUNZIONA Il Pisa è tornato punto e a capo. La dove era rimasto il giorno dell'esonero di Pazienza. E' mancato il carattere, è mancata la voglia di vincere, è mancata la cattiveria agonistica. Contro un avversario ai minimi termini come il Livorno di ieri sarebbe anche bastato poco, ma quel poco proprio non si è visto. Si è visto invece il solito Pisa, quello che si adatta al ritmo degli avversari, senza “schiacciare la testa al serpente” per usare un termine caro a Mister Petrone. In difesa Birindelli ha mostrato tutti i suoi limiti, arrivando a concedere il secondo goal ancora per quei maledetti crampi che ormai sono un problema e allo stesso tempo un limite cronico del giocatore. Sabotic, che non avrebbe neanche fatto male in fase di possesso palla, ha pagato dazio all'esperienza degli avanti amaranto, Lisuzzo è sembrato stanco dopo tre partite giocate in trincea e anche Filippini non è stato brillante come in occasione della partita contro il Pro Piacenza. Il primo goal è stato frutto di uno svarione collettivo che si fa fatica a giustificare anche in una squadra di esordienti, da li in poi la partita è stata tutta in salita e per scalarla sarebbe servita tanta cattiveria che invece è rimasta negli spogliatoi. A tratti non sembrava neanche un derby e tanto meno un Derby decisivo per il prosieguo del campionato. Sarebbe bastato poco, sarebbe bastato ricordarsi come venne vinto quello di andata e riprendere dall'esaltazione ubriacante della vittoria di sabato scorso al 95'. Invece niente di tutto questo e se mancano le basi anche una squadra attaccata al polmone d'acciaio come il Livorno può portare a casa il risultato.

DA RIVEDERE Ceramente un Derby aperto a tutti come è stato questo. Almeno la tifoseria pisana ha brillantemente superato l'esame del Derby senza tessera. Bravi, anzi bravissimi. Sugli spalti non c'è stata partita il pubblico di fede nerazzurra vince a mani basse, per tifo, ma soprattutto per comportamento. Perchè è fin troppo facile saper vincere, ma, e ce lo ricordiamo dopo le sceneggiate della partita di andata, è ben più difficile saper perdere.

Da rivedere invece nel senso che occorre mettersi al tavolino e riprogettare, è la gestione sportiva di questa società. Non è possibile che vada a due velocità, da una parte quella amministrativa, fatta di idee, investimenti e puntualità nei pagamenti e dall'altra quella sportiva che è già passata alla storia per avere concluso un campionato di serie B all'ultimo posto e che rischia seriamente di passarci anche per aver consegnato al Livorno il Derby che lo spedisce diretto in cadetteria. La partita dell'Ardenza è stata anche la certificazione di tutta una serie di errori imputabili alla gestione sportiva, a chi ha condotto un mercato di gennaio disastroso (il solo Lisi si salva, con giudizio rivedibile), cercando di mettere una pezza agli errori commessi in estate. Sarebbe facile e anche un po' banale dire che una tifoseria come quella vista ieri non merita tutto questo, invece voglio aggiugere che è la parte efficiente della società a non meritare tutto questo. La settimana pre-Derby è scivolata via come se fosse una partita contro un Cuneo qualsiasi, non una dichiarazione, non una "chiamata alle armi" (sportivamente parlando si intende), eppure gli assist da Livorno arrivavano copiosi giorno dopo giorno, con tesserati e personale a libro paga che disquisivano su tutto: dal Derby di andata, al caso biglietti dove si invocava addirittura il Daspo. In tutto questo silenzio non stupisce una prestazione priva di mordente. Quando si dice che le partite si vincono tutti insieme, e per un Derby vale ancora di più, si dice una gran verità. Questo Derby si è iniziato a perderlo da lunedì mattina e sabato si è semplicemente raccolto il nulla che si è seminato per una settimana. Adesso ci sono i playoff, da quale posizione ancora non è dato sapere, vediamo come andranno, il segnale che arriva da questo Livorno-Pisa, almeno sul piano caratteriale, che negli spareggi promozione conta un 70%, è tutt'altro che incoraggiante. Comunque vada, alla fine è necessario che chi di dovere si sieda al tavolino ed abbia la giusta lucidità per una serena autocritica, perchè sbagliare, specie all'inizio di un avventura come questa, è umano, perseverare sarebbe diabolico.

massimo.corsini