Il borsino di Pisa - Alessandria
Quattro partite giocate, una vittoria, due pareggi (in casa), una sconfitta. Una rete segnata, tre subite: -5 in media Inglese.
Possiamo parlare di tutto e del contrario di tutto ma alla fine, nel calcio contano i numeri. E questi sono impietosi, almeno a Pisa questi sono numeri inaccettabili. Pisa è una piazza che da, ma è una piazza che pretende e oltre 4.000 abbonamenti a fronte di numeri da calcio amatoriale di altre piazze impongono delle responsabilità a tutti, perché i risultati sportivi devono quanto meno andare di pari passo alle tazzine, i pareo, le felpe e le borse mare
Occorrono giocatori che sappiamo gestire la pressione di dover fare risultato a tutti i costi. L’impegno degli uomini di D’Angelo non è assolutamente in discussione, ci hanno provato fino all’ultimo istante, sia contro l’Arezzo che contro l’Alessandria, ma è evidente che il Pisa visto in Coppa Italia non c’è più.
COSA FUNZIONA L’impegno, la voglia di vincere, Liotti in difesa, De Vitis a centrocampo e Masucci in avanti che quando è entrato ha spaccato la partita e ridotto in 10 gli avversari. Basta così, non ha funzionato altro.
COSA NON FUNZIONA L’approccio iniziale troppo prudente, come se iniziasse a pesare sulle spalle dei giocatori la classifica e i risultati delle ultime due partite. Ma non solo, non è solo una questione di testa. Dal centrocampo partono troppi pochi palloni giocabili per gli attaccanti, Moscardelli deve salire sempre fino alla trequarti per recuperare palla e le combinazioni con Marconi si contano sulle dita di una mano. Il Pisa non sa fare gioco, difficilmente riparte in velocità e l’attacco a difesa schierata è macchinoso e confusionario. Per vincere le partite serve fluidità di manovra anche al cospetto di chi difende con tutta la squadra sotto la linea della palla, ma soprattutto servono molte più palle goal delle tre costruite nell’arco di una partita di cui una in pieno recupero.
DA RIVEDERE Il Pisa dei minuti di recupero contro Arezzo e Alessandria. Vorremmo vedere i nerazzurri giocare per 90’ come nei finali di partita anche a costo di rischiare qualcosa, anche pagando il dazio di subire contropiede da parte degli avversari, perchè se è vero come è vero che la batteria di attaccanti del Pisa è di qualità, non lo dice il sottoscritto, ma tutta la Serie C, val la pena concedere qualcosa pur di vedere molti più palloni giocabili in avanti.
Ora il calendario mette il Pisa di fronte alla trasferta di Pistoia, una squadra partita male, ancora senza vittorie e con un allenatore, Indiani, già nell’occhio del ciclone. Al netto degli obiettivi delle due squadre stavolta la pressione di dover far risultato è sulle spalle degli altri, vediamo di sfruttare almeno questa occasione e rilanciare così un campionato partito davvero male.