Il borsino di Pisa - Piacenza

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PISA e Provincia
Lunedì, 28 Gennaio 2019

Anche la partita con il Piacenza lascia l'amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato. Ecco cosa ha funzionato, cosa no e cosa è da rivedere

Un remake di quanto visto sette giorni fa contro il Siena. Il Pisa non va oltre il pareggio contro la capolista Piacenza, che certo non ha fatto niente per legittimare il suo ruolo di prima della classe. Dispiace e preoccupa, essere rimasti nuovamente con un pugno di mosche in mano, il dubbio che inizia ad insinuarsi è che non sia solo questione di sfortuna, ma che ci sia anche una fragilità caratteriale strutturale.

COSA FUNZIONA Il Pisa per 60’ annichilisce il Piacenza, riservando alla capolista una vera e propria lezione di calcio. Gli emiliani faticano a passare la linea di metà campo, così come a contenere le sfuriate offensive del Pisa, sapientemente condotte da un centrocampo che con Verna e Gucher ha un che di sontuoso e con Minesso qualche metro più avanti toglie qualsiasi punto di riferimento al malcapitato avversario. In avanti Masucci e Pesenti in grande spolvero tengono sempre in apprensione la retroguardia avversaria, chiamando spesso e volentieri Fumagalli alla parata, in un paio di circostanze miracolosa.
Anche la retroguardia questa volta ha tenuto “botta” e lo ha fatto al cospetto di un attacco, quello formato da Sestu, Ferrari e Terrani, considerato fra i più forti della categoria.

COSA NON FUNZIONA Il pari è maturato da un errore di Gori, l’unico di una partita perfetta da parte del Pisa, l’unico di una intera stagione da parte del numero uno nerazzurro, sul quale sarebbe ingeneroso gettare la croce addosso.

Detto questo il peccato originale di questa partita è stato l’incredibile calcio di rigore concesso dal signor Sozzi, su segnalazione del solerte assistente Avalos. Un qualcosa che non si era mai visto, un qualcosa che, a questo punto, diventa anche difficile derubricare a semplice abbaglio, perché iniziano ad essere troppe, fra rigori non concessi ed invece troppo facilmente affibbiati contro, le sviste contro la squadra nerazzurra. Fra i tanti problemi di questo campionato pseudo professionistico, gestito alla carlona da dirigenti improvvisati, c’è anche quello che riguarda i fischietti guidati dal signor Giannoccaro, già modesto arbitro ed ora pessimo designatore, basti ricordare, l’uso sistematico, almeno nei confronti del Pisa, del ricorso allo stesso arbitro dell’anno precedente per la stessa partita: ai nerazzurri è capitato, se la memoria non ci inganna, almeno cinque volte, una superficialità nelle designazioni, mai vista. Bene farà la società a far sentire la propria voce nelle sede competenti, ma la sensazione è che il Pisa sia fuori dal “cerchio magico” e che l’Arena sia diventata il teatro ideale per arbitri folgorati da manie di protagonismo smisurate. Dopo non aver mai parlato di arbitri in tre anni, questa rubrica ha dovuto farlo per ben due volte in otto giorni, speriamo di non doverci tornare più sopra.

DA RIVEDERE Il Pisa del primo tempo è certamente il migliore visto da tre anni a questa parte, speriamo di poter continuare su questa strada, anche se già ad Alessandria mister D’Angelo dovrà rivoluzionare il centrocampo viste le squalifiche di Marin e Gucher, unici due diffidati ed anche unici due ammoniti della partita di ieri.

massimo.corsini