Il Comitato di Quartiere del CEP dice no al nuovo palazzetto dello sport
E' la posizione espressa alla fine di una assemblea che ribadisce il consenso a spazi sportivi scoperti per il quartiere, ma un no deciso a nuovo cemento come quello previsto per il palazzetto dedicato a sport di squadra
La partecipata e vivace assemblea indetta dal Comitato di Quartiere CEP sul progetto preliminare del nuovo insediamento sportivo in Via Vecellio ha ribadito la posizione di tante e tanti abitanti del CEP circa il futuro di quell’area.
L'Assemblea ha infatti confermato di essere favorevole allo sviluppo dei nuovi insediamenti sportivi secondo quanto già programmato da tempo e in accordo al Regolamento Urbanistico vigente che per le aree a verde sportivo prevede: "spazi scoperti destinati ad impianti scoperti per la pratica sportiva al servizio di un quartiere".
Si recuperino quindi le vecchie palestre della boxe e di canottaggio, da tempo soppresse in Via dell’Argine e nel sottomercato rionale, ma ci si fermi lì con le strutture in cemento, al chiuso.
L'assemblea ha inoltre ribadito che del nuovo palazzetto dedicato agli sport di squadra, non ci sia bisogno. E per i seguenti motivi:
Punto uno: si andrebbe oltre i limiti di copertura previsti per l'area, soprattutto a causa dell'enorme e orribile copertura installata da poche settimane nei campi di Padel in via di completamento. Sembra strano che la Soprintendenza abbia potuto dare parere favorevole visto che siamo in area Pre-Parco San Rossore.
Punto due: si atterrebbero volumi di traffico spropositati rispetto a quello che la viabilità esistente può sopportare.
Punto tre: le discipline prospettate nel palazzetto non corrispondono alle esigenze di società sportive presenti nel quartiere CEP e zone limitrofe. Infatti è presente una sola società di pallavolo, la storica Turris, ma ha già la sua palestra, che le basta ed avanza. Mentre dalle nostre parti di associazioni che praticano basket, pallamano, hockey o più in generale sport di squadra al chiuso non c’è radicamento territoriale. E semmai, eventualmente, c’è già lo storico Palazzetto dello Sport di Barbaricina, per il quale a questa amministrazione va tra l’altro il merito – lo riconosciamo - di averlo riportato alla capienza di pubblico originale con i lavori di adeguamento agli standard di sicurezza.
Perché quindi avere un doppione che non risponde alle esigenze del quartiere?
All'Assemblea sono intervenuti anche i rappresentanti della ASD Canottieri "Federico Antoni" che hanno manifestato la loro preoccupazione perché non è chiaro se il progetto del Comune preveda la tanto attesa palestra di canottaggio destinata agli atleti dell'associazione dei canottieri radicata da tempo nel quartiere che, oltre ad allestire l’equipaggio della Barca Celeste per il Palio di San Ranieri e le gare collaterali, partecipa a livello nazionale a svariate competizioni di canottaggio, sia a sedile fisso che scorrevole. Tra l’altro, mentre per il grosso del progetto i fondi arrivano dal PNRR, una parte dei costi è però coperta col vecchio finanziamento APES, richiamato anche dall’Assessore Latrofa, concesso dalla regione in cambio dei terreni su cui sorgevano, in Via dell’Argine, i vecchi impianti. Di quella disponibilità economica una parte era destinata proprio alla palestra di canottaggio.
Altri hanno fatto notare che non c’è nemmeno una bozza, un progetto futuribile, di un campo regolamentare di calcio a 11 quando sul quartiere è presente la Popolare Cep che partecipa ai campionati federali e per le proprie gare si affida alla generosa ospitalità della Polisportiva La Cella, sita all’estremo opposto della città. Un campo di calcio, in erba naturale, è sostanzialmente un prato recintato, dunque danneggia poco o niente l’ambiente dato che, a differenza di un palazzetto, non impermeabilizza suolo e non aggiunge volumetrie.
Inoltre, anche per un po’ di sano amarcord, altri ancora hanno ricordato che presso l’ex oratorio salesiano era presente anche una pista di pattinaggio su cui sono passate generazioni di ragazze (soprattutto) ma anche ragazzi del quartiere, conseguendo anche medaglie agli europei e ai mondiali. Quando i salesiani lasciarono il CEP fu sostituita dall’ennesimo e ripetitivo campino di calcetto. Una pista di pattinaggio, che tra l’altro ha dimensioni ridotte, la si potrebbe pensare come aperta alla libera fruibilità un po’ come l’area skate di Porta a Mare.
Insomma, quello presentato dal comune parrebbe un progetto senza attenzione né del quartiere, ne' della tutela paesaggistica, né di chi sul nostro territorio fa crescere volontariamente lo sport solo per passione investendo tanta parte del proprio tempo libero. Sono mesi che attendiamo di essere ascoltati nelle commissioni e nei luoghi istituzionali preposti ma, al momento nulla… sarà la volta buona? Speriamo.