Il Consiglio comunale: la democrazia in Italia. Un bilancio generale
Martedì 11 ottobre ho fatto la mia prima esperienza come redattore ad un Consiglio Comunale importante, come quello di Cascina, che ha visto un radicale cambio di amministrazione, prevedibile ma non scontato. È un’esperienza che raccomando, specialmente ai miei coetanei, perché è un bello sguardo su cosa è la nostra democrazia, come funziona e come funziona in Italia.
Studio Filosofia presso l’Università di Pisa e mi trovo regolarmente a fare i conti con il concetto di democrazia, di politica, di Polis, Res Publica. Sono cresciuto intellettualmente con il mito dell’agorà di Atene (la piazza pubblica, fulcro della vita sociale e politica), dove i grandi filosofi, gli oratori, ma anche i liberi cittadini si ritrovavano. Politica come scambio di opinioni che siano esse valide, ben dimostrate e forti di argomentazioni coerenti, come teoria che diventa poi agire, il più condiviso possibile, ricerca di quel Bene comune su cui tanta filosofia politica ha insistito. Politica come vocazione, come aspirazione imprescindibile comune a ogni essere umano. Ogni individuo non può che essere “animale politico”, poiché fuori dal contesto sociale, collettivo, della Polis, come dice Aristotele nella Politica, possono vivere “solo gli déi o gli animali”, ma non l’uomo. L’uomo partecipa.
Facendo un breve bilancio mi ritengo molto contento di avervi partecipato. Sono rimasto molto deluso dall’opposizione del partito del sindaco uscente, il PD, non perché abbia un particolare legame affettivo verso tale partito, tutt’altro, ma solamente il consigliere comunale Bertelli ha svolto un buon lavoro. Gli altri esponenti sembravano sotto tono, poco motivati, con interventi poco rilevanti. Proprio la recente sconfitta dovrebbe motivarli ancor di più. Sono curioso, però, di vedere come sono coloro che ieri erano assenti, e attendo ancora per un giudizio più completo. Sono stato invece notevolmente colpito dal lavoro di interrogazioni e mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle, guidati da Claudio Loconsole, coadiuvato da David Barontini. Hanno saputo argomentare, controbattere, discutere con molta calma, riflessività e libertà, nel pieno rispetto degli altri gruppi consiliari. Essendosi presentati poco prima delle elezioni del 5 giugno, non avevo scommesso molto sulla loro possibilità di arrivare in consiglio. Sono stato felice di ricredermi e vedere il loro operato in loco, visto il caso nazionale della giunta Raggi e della direzione nazionale, su cui ho opinioni ben diverse e precise. Per quanto riguarda la Giunta, penso che, al di là della presentazione del programma, molto lungo e ricco, ci sono molti punti poco credibili. Inoltre, difficile esprimere un giudizio sugli altri consiglieri di maggioranza, in quanto solo tre o quattro hanno preso parola durante il consiglio. Altri si sono limitati, quasi come automi, ad alzare la mano solamente per il voto. Speriamo che, non distratti troppo dallo smartphone usato ininterrottamente per ore, abbiano votato consapevolmente. Una questione è fare numero, un’altra, come detto poc’anzi, partecipare.
Non ho condiviso assolutamente le prese di posizione ultra-conservatrici del consigliere Chiellini, che ha parlato di deriva laicista come degenerazione relativista e della fine dell’Occidente che, in virtù del repubblicanesimo laico appunto, ha scelto l’apostasia della religione cristiana. Chiellini mi sembrerebbe quasi più adatto tra le fila del Tea Party americano. Il laicismo, vale la pena ricordarlo, è il rispetto di tutte le religioni e di tutte le pluralità che trovano però, tolleranza, libertà e sintesi nel contesto della Repubblica e della Costituzione, loro garanti. E’ confusione teorica su alcuni principi teorici basilari su cui si basa anche il liberalismo, teoria politica che Forza Italia dovrebbe riconoscere. Che poi la perdita dei valori, anche quelli religiosi sia un male è un’altra discussione, ma che la repubblica laica sia un valore in sé e un’importante conquista penso sia condiviso da molti. Ho apprezzato l’operato del consigliere Poli, di Progetto Cascina, socialista, che con rigore (non di tempi, però), dati precisi e molta passione, ha contribuito a chiarire alcuni aspetti che erano sfuggiti all’operato della maggioranza, su cui si ha un po’ l’impressione che navighino a vista, come nel caso del teatro e di Corso Matteotti, su cui siamo già intervenuti.
Non rimane adesso che seguire con passione e senza pregiudizi gli altri consigli comunali e vedere come si comporteranno i nostri rappresentanti. Su alcuni mi sono ricreduto. Non tutta la giunta mi ha colpito in negativo ed è doveroso, per un parere oggettivo e valido, attendere cosa accadrà in futuro e come reagiranno. Per ora il giudizio è su cosa hanno fatto, detto e proposto. Per ulteriori giudizi bisogna comunque attendere come la Lega Nord, novizia di governo a Cascina, affronterà le prossime sfide.