Il responsabile della rete RE.A.DY risponde alla Vicesindaca Bonsangue
Continua a far discure il recesso dalla rete RE.A.DY deliberato dall'amministrazione comunale di Pisa. Alla vicesindaca Raffaella Bonsangue risponde Marco Alessandro Giusta Assessore della Città di Torino ai Diritti e responsabile della Segreteria nazionale della RE.A.DY
«Come responsabile della Segreteria nazionale della RE.A.DY, scrive, ho appreso della Delibera con cui l’attuale Amministrazione Comunale di Pisa recede dall’Accordo regionale tra la Regione Toscana e i partner RE.A.DY toscani non proseguendo nella concreta realizzazione di attività formative e di sensibilizzazione per tutelare e promuovere i Diritti Umani, per prevenire e contrastare bullismi, violenze fisiche e aggressioni verbali di cui troppo spesso possono essere bersaglio le persone LGBT quando sono a scuola, in strada, sul proprio luogo di lavoro, all’interno della propria famiglia, negli spogliatoi della propria palestra e di molti altri contesti».
«Ho inviato mia nota al Sindaco e alla Vice Sindaca con delega alle Pari Opportunità del Comune di Pisa, prosegue Giusta, chiarendo che lo scopo della RE.A.DY non è quello di "indottrinare" quanto di mettere in comune concrete buone pratiche applicabili a livello territoriale e di costruire un contenitore per il confronto e la progettazione condivisa insieme alle persone, alle loro famiglie, agli enti pubblici e privati, alla società civile. Inoltre, proprio sulla scia dell'intreccio delle tante forme di discriminazione di cui anche una stessa persona può essere bersaglio, partendo da una metodologia di lavoro intersezionale la READY può costituire uno strumento gratuito a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni, considerato che ormai molti Enti Pubblici - tra i quali il Comune di Torino - stanno lavorando in questa direzione, costruendo progettualità allargate che possano far dialogare le differenti possibili discriminazioni. Sono personalmente amareggiato da quanto accaduto, perché profondamente convinto che agire per ridurre le possibilità di subire bullismo, cyberbullismo, atti di omofobia o transfobia costituisca uno dei compiti essenziali di ogni Istituzione Pubblica, qualsiasi sia la maggioranza politica al governo, nei confronti di ogni persona che essa rappresenta».
«Pur rispettando la deliberazione dell’attuale Amministrazione Comunale al governo di Pisa quale scelta politica legittima, credo sia utile, anche in riferimento alle dichiarazioni di commento pubblicate sul sito web dell’Ente, non diffondere notizie o interpretazioni inesatte circa lo scopo e le finalità della RE.A.DY, la cui Carta di Intenti, il documento costitutivo della rete, è nata a Torino nell’alveo storico della nostra Costituzione e delle leggi internazionali sui Diritti Umani, afferma l'assessore piemontese, che conclude: «ho chiesto all’Amministrazione Comunale di Pisa di chiarire in misura inequivocabile alla Segreteria nazionale della RE.A.DY se intenda recedere dalla rete RE.A.DY nazionale. Certamente le dichiarazioni riportate sul sito istituzionale dell’Ente (www.comune.pisa.it/it/default/24625/L-amministrazione-comunale-recede-l-accordo-RE-A-DY.html ) non sono compatibili con i valori espressi dalla Carta di Intenti della RE.A.DY. Mi sono reso personalmente disponibile ad un incontro con la Vice Sindaca stessa per approfondire il tema, convinto che la forza del dialogo debba sempre prevalere, nell’obiettivo fondamentale comune delle Pubbliche Amministrazioni di difendere i Diritti Umani di ogni persona».