Il sistema museale pisano esiste solo nella realtà virtuale
A dirlo, con una nota stampa è Una Città in Comune che attacca l'amministrazione comunale
Una città in Comune torna ad affrontare il tema del sistema museale pisano: «In tempi di Covid spopolavano le visite virtuali a musei e siti archeologici, a piazze ed edifici storici. Le istituzioni più ricche, sempre le solite, offrivano splendide opportunità di viaggio e supplivano alla nostra impossibilità di uscire di casa. Fortunatamente in questi ultimi mesi le cose sono cambiate: ci muoviamo, ci spostiamo e il turismo, anche a Pisa, è letteralmente esploso».
«A ciò non è purtroppo corrisposto alcun miglioramento negli orari di apertura di alcuni tra i principali musei e siti archeologici pisani – spiega in una nota Ciccio Auletta -. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: il Museo delle navi romane, che riscuoterebbe successo, è aperto due giorni e mezzo alla settimana, i portoni dei due musei nazionali si aprono per soli quattro brevi momenti al giorno, mentre il tumulo etrusco questo mese era visitabile soltanto il 7 luglio. Sarebbe inutile continuare nel solito elenco della mancata accessibilità. Ecco però che l’amministrazione comunale ha un’idea: annuncia la partecipazione al bando dei siti Unesco per raccogliere fondi (ben 900mila euro) da investire nella realtà virtuale. Si propone cioè di sopperire alle chiusure proprio con la realtà virtuale. Siamo alla farsa. Già le precedenti amministrazioni avevano investito centinaia di migliaia di euro in ingombranti totem multimediali, inutili ed inutilizzati, che ancora popolano le nostre vie e piazze. Questa giunta non vuol essere da meno e così rilancia: se il progetto venisse finanziato, i turisti delusi potrebbero consolarsi chiudendosi in una sala virtuale allestita nel Bastione del Parlascio, chiamata “Pisa Time Machine”. La cosa funzionerebbe benissimo anche da casa, ma nessuno sembra averci pensato. Come nessuno sembra aver pensato al fatto che l’Unesco almeno dal 1960 raccomanda che i musei siano aperti ed accessibili a tutti (Recommendation concerning the Most Effective Means of Rendering Museums Accessible to Everyone, 1960) e la triste situazione pisana siamo sicuri che non sfuggirà a chi valuterà il progetto».
«Fa rabbia sentire il sindaco Conti che – prosegue Auletta -, durante la presentazione di questa nuova idea geniale, si vanta di aver già ottenuto milioni di euro di risorse per Pisa, anche se pochi centesimi sono stati investiti in cultura, a partire dal logo di questo sistema museale che non c’è, chiamato “Pisa Percorsi Museali”, (sotto)pagato 500 euro. Il nostro sistema museale, che è unico e merita di essere conosciuto, necessità anzitutto di un progetto per il futuro, comune ad altre città europee e da noi più volte ribadito: una carta dei musei, ampi orari di apertura e collegamenti gratuiti e sostenibili per chi quei musei vuol visitare. La priorità non è certo il logo né dei manifesti appesi qua e là, né tantomeno una macchina del tempo virtuale».