Il Tar boccia l'ordinanza del sindaco Conti su Piazza della Pera

Cronaca
PISA e Provincia
Martedì, 4 Febbraio 2025

La città delle persone: "Quell'ordinanza non aveva i presupposti oggettivi per essere emessa"

Dallo scorso 14 agosto in Piazza Chiara Gambacorti, o della Pera, era scattata l'ordinanza sindacale che vietava, tra le altre cose, "dalle ore 18.00 alle ore 24.00 di tutti i giorni, la vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche negli esercizi di vicinato, nei pubblici esercizi, nelle attività artigianali di somministrazione alimenti e bevande e nei distributori automatici presenti in piazza Gambacorti".

Ma non solo, anche "la consumazione in aree e spazi pubblici di bevande alcoliche e superalcoliche di qualsiasi gradazione, ad eccezione di quella effettuata nei pubblici esercizi e nelle loro pertinenze; la somministrazione di bevande, alcoliche e non, in contenitori di vetro, all’esterno e nelle pertinenze dei pubblici esercizi; la vendita per asporto di bevande, alcoliche e non, in contenitori di vetro".

Una scelta, che nelle intenzioni del Comune di Pisa, era volta a migliorare la sicurezza ed il decoro della Piazza.

Su questa ordinanza, da subito, era scattata la levata di scudi delle opposizioni, unite nel rimarcare il ruolo aggregativo di Piazza della Pera, necessariamente sconvolto dalla svolta voluta dall'amministrazione conunale di Pisa.

Di poche ore il pronunciamanto del Tar della Toscana, che boccia il provvedimento.

 


Ha scritto La città delle persone.

La bocciatura dell'ordinanza su piazza La Pera da parte del TAR mostra in modo evidente l'assurdo ed estemporaneo modo di governare della destra e di Conti che, per non affrontare i problemi veri, se ne inventano di inesistenti su cui spostare l'attenzione dell'opinione pubblica.

Purtroppo questa evidenza, i cittadini la pagano con un ulteriore aggravio di costi legali.

Piazza La Pera è una delle piazze più vitali e intergenerazionali della città, dove convivono studenti e famiglie e i locali offrono una proposta diversificata.

Era assurdo, anziché lavorare sulla mediazione sociale e sugli equilibri tra coloro che vivono la piazza, pensare a un'ordinanza anti asporto e anti movida proprio lì, spendendo anche soldi pubblici per degli steward che ne controllassero l'attuazione, quando invece ci sono intere zone della città davvero insicure e degradate.

Il Tar dice esattamente quello che noi e tanti cittadini abbiamo denunciato fin da subito, sulla stampa e con atti in Consiglio comunale: quell'ordinanza non aveva i presupposti oggettivi per essere emessa.

Ora Conti lasci in pace i locali, le famiglie e i giovani che animano quella bella piazza e si occupi dei veri problemi di degrado e sicurezza in città.

 


Ha scritto Diritti in comune.

Annullata l’ennesima ordinanza propagandistica del Sindaco Conti, relativa questa volta a Piazza Gambacorti. Il Tar ha accolto il ricorso di un commerciante con un durissimo pronunciamento sulla assoluta infondatezza ed ingiustizia del provvedimento frutto del binomio Conti-Ziello, che insieme negli scorsi mesi annunciavano trionfalmente l’emanazione del provvedimento.

Come abbiamo denunciato in tutti questi mesi, insieme ad associazioni, movimenti e tantissime cittadine e cittadini, siamo di fronte all’ennesimo abuso amministrativo della Giunta Conti che ha usato strumentalmente il tema della “sicurezza” per provare a realizzare un’operazione ben diversa: cancellare la socialità di una delle ultime piazze in città che ancora resiste alla totale mercificazione, in cui dal primo pomeriggio alla sera bambini e bambine, famiglie, studenti e studentesse si incontrano e vivono lo spazio pubblico.

Il vero obiettivo, neanche troppo celato è quello di trasformare la piazza in un unico "tavolinificio", cancellando lo spazio liberamente fruibile da tutti. Non è un caso che è attualmente in fase di discussione un piano di riorganizzazione delle concessioni per Piazza Gambacorti, su cui abbiamo chiesto che l’assessore Pesciatini e i dirigenti competenti vengano da settimane in commissione per illustralo, purtroppo ancora senza esito.

Piazza Gambacorti è una delle ultime piazze in città in cui poter giocare, incontrarsi, sedersi, parlare senza dover pagare. È questo per la destra il problema da risolvere, altro che il decoro e l’insicurezza.

Ancora una volta la sentenza del Tar smonta il sistema di governo degli spazi pubblici da parte della Giunta Conti fondato sull'emissione continua di ordinanze. Questo sistema risulta oltretutto assolutamente fallimentare per gli obiettivi che intende raggiungere, come si è dimostrato nella zona stazione, e inoltre giuridicamente infondato, come hanno dimostrato questa ed altre sentenze contro altre ordinanze su questa materia firmate dal primo cittadino. Si tratterà di vedere se l’amministrazione deciderà di impugnare la sentenza, e ancora una volta pagare con i soldi dei cittadini e delle cittadine la propria propaganda. Su questo incalzeremo subito il sindaco e la sua giunta.

Al contempo dopo questa ennesima batosta per la destra in sede giudiziaria, è indispensabile che si assuma un netto cambio di rotta dal punto di vista politico. Per questo sosteniamo convintamente la mozione di iniziativa popolare presentata da Ripigliamoci Pisa, che nelle scorse settimane è stata lanciata pubblicamente contro l’ordinanza su Piazza Gambacorti per un diverso modo di vivere gli spazi pubblici, contrastando l'idea di un centro cittadino e delle sue piazze come di un solo grande bar a pagamento con intorno la desertificazione sociale.

In questi anni, infatti, abbiamo assistito a provvedimenti di pura immagine da parte della destra fino all'istituzione della zona rossa nel quartiere della stazione, richiesta in prima persona dal Sindaco: dallo spray al peperoncino al taser per la PM, all’estensione del Daspo in tutto il centro storico, fino alle cancellate in giro per la città, a decine di migliaia di euro per gli steward nelle piazze. Ma la propaganda anche questa volta si è sciolta come la neve al sole.

Noi pensiamo che sia invece il momento di riappropriarsi delle strade e delle piazze contro divieti stupidi e demagogici di una Giunta in piena crisi di nervi, che sulle spalle dei cittadini e delle cittadine cerca di non affondare.

 


Ha scritto Andrea Ferrante del Partito Democratico.

La sentenza con cui la quarta sezione del TAR Toscana ha annullato gli effetti delle ordinanze su Piazza della Pera, emesse dal Sindaco Conti in agosto ed in novembre, dimostra che le critiche che avevamo mosso al provvedimento non erano campate in aria.

Avevamo innanzitutto contestato l'estemporaneità dell'iniziativa, che non era stata preceduta da alcuna condivisione ed alcun confronto.
In modo assolutamente non concertato con i cittadini e con le rappresentanze di categoria, da un giorno all'altro era entrata nel mirino della giunta una delle poche piazze della città pacificamente vissuta dalle famiglie, anche quelle con bimbi piccoli, in assoluta sicurezza. Venivano invece ignorate le numerose altre situazioni ben più meritevoli di un intervento, per ragioni oggettive di degrado e disordine.
Nessuna spiegazione soddisfacente, insomma, per un provvedimento che era sembrato in sostanza diretto contro alcuni specifici esercizi, e senza i necessari requisiti a motivarlo.

È quello che la sentenza ha confermato, indicando fra le ragioni di nullità dei provvedimenti proprio  l'assenza dei presupposti, la disparità di trattamento in situazioni simili e l'asimmetria delle conseguenze, sbilanciate a sfavore di alcuni specifici esercizi.

Questa destra ha un problema evidente con il rispetto dei diritti dei cittadini e tende a superare i poteri che le sono stati attribuiti nei diversi livelli di governo. Vale qui, per questa vicenda, così come a livello nazionale per questioni anche molto più preoccupanti, come il caso Al Masri.

Per fortuna il nostro ordinamento consente ancora di ricorrere ai tribunali per avere giustizia contro l'arroganza del potere, ma sembra incredibile doversi difendere dal proprio Comune.

Resta il rammarico per i guasti creati a cittadini ed esercizi e per i soldi pubblici sperperati per le inutili ronde di vigilantes pagate dal Comune, senza alcun fondato motivo.

 


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redazione.cascinanotizie