"Inaccettabili provocazioni: dopo le violenze contro gli studenti c’è chi auspica di portare le forze dell'ordine nelle scuole
"Noi riteniamo che non ci sia alcuna collaborazione educativa da salvaguardare"
Ha scritto l'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell'università Pisa.
Inaccettabili Provocazioni: dopo le violenze della polizia contro gli studenti c’è chi auspica di portare proprio le forze dell'ordine nelle scuole.
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Pisa riteniamo inaccettabili le dichiarazioni del consigliere Nerini, capogruppo di Fratelli d'Italia, durante il consiglio comunale del 26 febbraio nella discussione sui “gravi fatti avvenuti nella nostra città nella giornata del 23 Febbraio”. Il consigliere di FdI, infatti, afferma che “È ora di farla finita di dire che devi avere paura della divisa”. A nostro avviso questa non può che essere una provocazione gratuita, fatta nella totale mancanza di rispetto per gli studenti e le studentesse caricati e manganellati durante la manifestazione pacifica di venerdì mattina. Il suggerimento al mondo della scuola di far “incontrare i ragazzi con le forze dell'ordine nelle scuole” risulta quanto mai stonata in questi giorni e denota una completa mancanza di conoscenza di quanto avviene. Purtroppo, infatti, come ormai denunciamo da più di un anno, il mondo della formazione è letteralmente invaso da attività e proposte didattiche svolte con e dalle forze armate. Una presenza che si è fatta sempre più insistente e pressante nelle scuole e che a nostro avviso sta causando gravi danni allo sviluppo critico e civico delle nuove generazioni, instillando l'idea che solo con la forza, la violenza e la repressione si possano risolvere le conflittualità sociali.
E proprio secondo questa aberrante lettura avviene la “lectio magistralis” dei corpi di polizia proprio davanti ai cancelli del Liceo Artistico Russoli.
In consiglio comunale oggi si è parlato di scuola senza averne reale contezza, confondendo la parola “Diritti” con la materia scolastica del “Diritto” ossia l'insegnamento dell'insieme de “Le norme giuridiche che ognuno è tenuto a rispettare” tra cui anche l'articolo 17 della Carta costituzionale e il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. Quelle norme sono ben note a studenti e studentesse che le praticano quotidianamente nelle assemblee studentesche non riducibili a comizi di alcuni, come si cerca di far passare per ridimensionarne l'importanza, ma veri e propri momenti di confronto e crescita. In quelle stesse assemblee, e ci teniamo a ribadirlo, dopo avere notato il tentativo di alcuni consiglieri comunali di rimuovere le ragioni della protesta, gli studenti e le studentesse hanno maturato la decisione di manifestare per chiedere che il genocidio del popolo palestinese si fermasse, ora.
Il Provveditore, citato dalla stesso consigliere in aula, concorda con la visione distorta e contorta che chiede maggiore intervento delle forze dell'ordine nelle scuole?
Davvero le forze dell'ordine possono essere i soli custodi della legalità che viene inserita nei percorsi civici?
Noi non possiamo che continuare a domandarci quali contenuti possono offrire le forze dell'ordine ai nostri studenti e studentesse? Con quali competenze, anche didattiche, e abilità di insegnamento entrano nelle nostre scuole quando vengono solo a elencare gli articoli del codice penale che si violano nei casi di violenza di genere o di bullismo?
Ed è esattamente questo, purtroppo, l'approccio 'educativo' delle forze dell'ordine quando vengono a parlare argomenti complessi e multidimensionali come nel caso di sostanze stupefacenti o del cyberbullismo: punire invece di ascoltare e ricercare le ragioni di un disagio giovanile sempre più diffuso. Crediamo sia giunto il momento di aprire una profonda riflessione sul tema proprio a partire dalla lettera che i dirigenti scolastici della Provincia di Pisa hanno inviato al Prefetto e al Ministro dell'Istruzione in cui, a fronte di quanto avvenuto, si preoccupano di salvaguardare “la collaborazione interistituzionale tra mondo della scuola come comunità educante e forze dell’ordine abbia a incrinarsi”.
Noi riteniamo che non ci sia alcuna collaborazione educativa da salvaguardare, e auspichiamo uno sforzo maggiore da parte della comunità educante tutta per continuare a dare a studenti e studentesse delle nostre scuole un'offerta educativa completa che renda la complessità dei fenomeni e che ne ricerchi le cause insieme, senza l'intervento di forze dell'ordine, lasciando alle famiglie, alla scuola e a personale competente la costruzione di una comunità educante fondata sui principi della Costituzione.
Agli studenti e alle studentesse auguriamo che quanto avvenuto non li scoraggi a prendere parola , a essere protagonisti del loro tempo, e scendere nuovamente in piazza per la pace in Palestina o per qualsiasi altra causa ritengano giusta.