Incontro con i sei migranti che vivono a Lugnano

Cronaca
Vicopisano
Mercoledì, 1 Giugno 2016

Si chiamano Fateh, Adam, Najib, Khairgul, Rahmno, Abdureman e vengono da Afghanistan e Pakistan. Sono molto giovani, hanno tra i 20 e i 24 anni. E si vede dai loro volti, ma non dai loro occhi e sguardi che spesso diventano scuri e sembrano perdersi chissà dove, forse a casa, forse nella quotidianità delle loro famiglie lontane, forse a ripercorrere il duro viaggio che hanno fatto per arrivare in Italia, tra Iran, Turchia, Bulgaria e Austria.

Quando li abbiamo incontrati, insieme all’assessore alle politiche sociali del Comune di Vicopisano Valentina Bertini, stavano leggendo Le dieci regole della felicità, uno degli esercizi dei due corsi di italiano che stanno attivamente frequentando. Il 7 ottobre scorso sono arrivati a Lugnano, nel comune di Vicopisano, e il loro è un altro caso di buona integrazione, non una novità a Vicopisano. Sei ragazzi stranieri, con vissuti pesanti, che parlavano quasi solo la lingua pashtun, hanno rapidamente trovato la loro dimensione in questo microcosmo verde e tranquillo e stretto rapporti di vicinato e amicizia che fanno ben sperare per il futuro. E’ Sonia, infatti, una vicina, che ci accoglie in casa mentre i ragazzi preparano il tè. “Sono educati, tranquilli, generosi, ci dice, si sono ambientati subito, ed è stato spontaneo trovarci bene con loro, ci aiutiamo a vicenda anche con l’altra nostra vicina, Simonetta. Hanno dato una mano a mio marito anche nel vigneto, aggiunge, e ora stiamo pensando di fare un orto”.

Cerchiamo di approfondire le loro storie, con la mediazione di Renato Petrone della cooperativa Arnera che li conosce bene. Scopriamo pian piano i molti pericoli e le tante sofferenze dei loro spostamenti in cerca sia di una vita più tranquilla sia, soprattutto, della costruzione di possibilità per figli, genitori, fratelli e sorelle, rimasti nei Paesi difficili e tormentati dai quali hanno dovuto allontanarsi. L’atmosfera si appesantisce, come se il sole non riuscisse più a entrare in quel piccolo salotto luminoso dove stiamo bevendo il tè insieme. Svelano a fatica una quotidianità di soprusi, paure, guerra, spari, bombe, uccisioni, vittime, esplosioni ovunque, anche nelle scuole.

“Come vi trovate qui, adesso?” “Ci sentiamo al sicuro per la prima volta, la sicurezza è libertà”. Sonia si commuove: “Ho sentito queste cose molte volte, ma è sempre doloroso pensare a cosa hanno dovuto passare, sono così giovani”. Alcuni restano a testa bassa, cambiamo argomento e parliamo dei loro sogni, dei vari corsi che frequentano, delle esperienze lavorative e del diploma in veterinaria di uno di loro che adora gli animali e ha “adottato” il cane della vicina che non si stacca mai da lui, del volontariato alla Misericordia di Vicopisano, della collaborazione con l’Arci, l’Ortaccio e l’Associazione Dèi Camminanti e dei progetti che li vedranno impegnati e attivi nella comunità. Gli sguardi tornano sereni e la conversazione si accende di nuovo. L’incontro si conclude con un invito a cena: “Cucineremo il byriani, un piatto a base di riso, yogurt e verdure”. Sonia ci assicura che è ottimo, lo ha assaggiato molte volte insieme al pane che loro cucinano a turno, ogni giorno. Usciamo, è una bella giornata e i ragazzi ci tengono a mostrarci il giardino che stanno sistemando e il posto dove faranno l’orto insieme ai vicini di casa. Scattiamo una foto e guardando i loro sorrisi, anche se appena accennati, pensiamo, semplicemente, che sarebbe una cosa importante potessero non spengersi e durare, sempre più a lungo.

Nella foto: al centro l’assessore Valentina Bertini con i ragazzi, Sonia e gli educatori di Arnera

massimo.corsini