"Io sono partito" alla Casa del Popolo di Migliarino
Teatri della Resistenza insieme alla Cooperativa Teatro del Popolo e il Progresso unite presentano lo spettacolo che chiuderà la prima rassegna Teatro Pop "Io sono partito. Una storia di parte, una storia di tutti", di e con Riccardo Goretti e Massimo Bonechi
Dopo il grande successo del progetto RitrovArci, nato dalla volontà di disegnare un percorso storico, di riscoprire e di rivalutare i Circoli, veri e propri luoghi di ritrovo, di partecipazione democratica, di costruzione del tessuto sociale e culturale del nostro paese, ci siamo detti: bisogna proseguire il viaggio.
RitrovArci è stata un’esperienza incredibile, che ha coinvolto decine di circoli in tutta la Toscana, ha smosso gli animi, ha sollevato consensi e dibattiti. E poi soprattutto ha visto la nascita di uno spettacolo che ne è stato la sintesi e ne ha incarnato la natura più profonda, Gobbo a Mattoni.
Mettere in scena Gobbo a Mattoni è stato come scavare dentro la nostra anima, andare a fondo nei nostri sentimenti, mettere in fila ricordi e storie che hanno caratterizzato il nostro vissuto; ma non si è limitato ad essere solo una carrellata di racconti che riguardano un mondo antico, grossolano e fuori dal tempo, ma ha rappresentato la cartina di tornasole di un modo di vivere, di sentire, di appartenere che si è perduto. Non è la fine, ma immagina l’inizio di una fine. Di una sconfitta che riguarda in particolare la sinistra italiana. Il protagonista del Gobbo si ritrova solo: il giorno dopo la sua Casa del Popolo chiuderà e con essa se ne andrà anche il senso della sua vita. Non è solo un uomo a smarrirsi, ma un'intera generazione che privata della sua identità non saprà più riconoscersi in niente. Ed è qui che abbiamo cominciato a perdere e a perderci: non è stato un semplice cambiamento dei tempi, ma il segno dell’incapacità di leggere quei tempi e i loro mutamenti.
Oggi le Case del Popolo non chiudono quotidianamente, la nostra è una metafora; ma quotidianamente perdono il loro valore e si arrabattano affannosamente per capire cosa poter diventare: la sinistra le ha abbandonate a se stesse, il Partito (quello comunista ovviamente) non c’è più, ma non c’è niente che lo abbia sostituito pienamente o almeno incarnato.