L’Inail lo valuta idoneo dopo l’infortunio sul lavoro. Ma l’azienda lo rimanda a casa con lo stipendio decurtato
“Mi sento tradito. Pronto a dare battaglia”
Dopo l’infortunio sul lavoro la sua vita è cambiata, in peggio.
Una caduta sulle scale lo scorso 23 novembre, presso la sede lavorativa, gli era costata una frattura scomposta ad una mano. Risolta con una operazione il primo dicembre 2023, l’inserimento di una placca e di viti, più 14 punti di sutura.
L’infortunio era poi valso un mese di riposo presso il proprio domicilio, con consiglio da parte del medico dell’Inail di Pontedera, dell’avvio della riabilitazione in piena autonomia.
“Dopo 80 giorni e tre visite di controllo – ha spiegato il lettore che preferisce restare anonimo - l’Inail di Pontedera ha deciso per un ciclo di cure più attento, presso le Terme di Casciana. Riabilitazione che comprendeva magnetoterapia laser, palestra, piscina e teca terapia”.
Il 19 febbraio, un lunedì, il nostro lettore inizia la riabilitazione alle Terme di Casciana, una terapia suddivisa in cicli da dieci giorni (dalle ore 8 alle ore 12), con visite di controllo regolari sui possibili progressi, a cura della fisiatra della struttura e in diretto collegamento con l’Inail di Pontedera.
“Dopo venti giorni di terapia sui trenta totali prescritti – continua il lettore – a seguito di visita di controllo, sono stato valutato da Inail idoneo al lavoro, con un punteggio di invalidità di sei punti”.
Il nostro lettore, anche se acciaccato e per nulla convinto della sua idoneità, si è quindi recato al lavoro, dove, passati i tre mesi di assenza, è stato sottoposto a nuova visita di controllo obbligatoria, questa volta a cura dell’azienda per cui è assunto.
“I medici dell’azienda mi hanno visitato – insiste il lettore – ma non ho passato il controllo e per loro sono risultato non idoneo al lavoro”.
Il lettore, con grosse difficoltà alla mano “forte”, è stato messo a casa ancora per un mese, ma questa volta in “malattia”, con stipendio ridotto del 20-25%.
“Io mi chiedo – conclude il lettore – quali siano i criteri con cui l’Inail valuta l’idoneità o la non idoneità al lavoro. Al momento ho una mano inutilizzabile. Mi sono ritrovato a casa con stipendio decurtato, costretto dalle fasce orarie di reperibilità domiciliare e senza la terapia riabilitativa prevista, che a questo punto, anche se necessaria, sarà totalmente a mio carico. Ma non sono idoneo al lavoro, lo dicono i medici dell’azienda. Mi sento tradito e pronto a dare battaglia”.