La “querelle” Cascina-Ponsacco nelle parole di due personaggi fondamentali della storia del calcio a Cascina

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PISA e Provincia
Domenica, 7 Agosto 2022

Giuseppe Mancini e Stefano Tognozzi esprimono la loro opinione sulla cessione del titolo sportivo: “Cancellati trent’anni di storia”

Hanno scritto pagine importanti nella storia centenaria del Cascina e, proprio per questo, ci siamo rivolti a Giuseppe Mancini e Stefano Tognozzi per sentire la loro opinione su questa storia. Entrambi per una ventina di anni nell’organigramma societario a partire dalla seconda metà degli anni ’80, hanno vissuto l’epopea d’oro del calcio cascinese.

Giuseppe Mancini, livornese purosangue (anche se ormai da quarant’anni vive a lavora a Cascina), è entrato a far parte della società per seguire il figlio Alessio ed ha iniziato come Presidente del Settore Giovanile, quando al timone della società c’era Aviero Ceccotti. Quando Ceccotti ha lasciato, l’allora sindaco di Cascina Carlo Cacciamano lo pregò di passare a dirigere l’intera società “per almeno un anno, poi si vedrà”. E “un anno”, in pratica, è diventato “una quindicina di anni”. Mancini non ha mai avuti grossi aiuti economici da parte dell’Amministrazione Comunale che, comunque, per quello che ha potuto, si è sempre mostrata vicina alla squadra e questo, nonostante l’alternanza dei vari sindaci alla guida del Comune (Filippini, Menichetti, Cacciamano, Franceschini). Il suo Cascina è stato per otto anni nel campionato di serie D (o Campionato Nazionale Dilettanti, come si chiamava allora). Senza fare nomi (che sarebbero veramente troppi) ricordiamo tra i giocatori lo storico capitano Tiziano Ferrini (con oltre 300 partite disputate con la maglia neroazzurra) e tra gli allenatori, elementi di spicco come Hemmy, ManeschiBianconi, Noccioli, Roventini, Cerasa, Masi e Di Petrillo.

Mancini, anche se ha poi lasciato la guida del Cascina, è sempre rimasto legato a questi colori; lo ricordiamo lo scorso anno in tribuna a Santa Croce sull’Arno a tifare per il Cascina nella storica finale contro il Fratres Perignano che ha valso al Cascina la nuova promozione in serie D. “Questa dirigenza ha fatto veramente dei miracoli. Senza l’aiuto dell’Amministrazione Comunale è veramente difficile poter andare avanti in un campionato difficile ed oneroso come questo. Non mi sento di dar loro il torto in questa situazione anche se, secondo me, avrebbero potuto rifletterci un po’ di più, prima di andarsene così e lasciare senza squadra una città importante come Cascina.

L’esperienza di Stefano Tognozzi a Cascina è stata contemporanea a quella di Giuseppe Mancini, anche se differenziata nei ruoli. Stefano è arrivato a Cascina dalle giovanili del Milan, ha giocato per un po’ in prima squadra (Promozione e Prima Categoria), poi è passato dall’altra parte, quella tecnico-direttiva. In quel periodo ha stretto un’amicizia fraterna con Luciano Spalletti, che lo ha voluto come suo vice all’Empoli in serie A; è stato poi a Pontedera e a Cappiano, è stato poi richiamato da Luciano Spalletti come osservatore per lo Zenit San Pietroburgo ed attualmente lavora per la Juventus col figlio Matteo, che è un po’ il “capo” degli osservatori della squadra bianconera. Anche lui è rimasto però molto legato al Cascina ed alla sua storia, spesso lo abbiamo visto anche quest’anno sugli spalti del Redini. “In tutta questa storia Cascina-Ponsacco premetto che ‘chi tira fuori i soldi ha sempre ragione’ per cui alla fin fine assolvo il comportamento dei dirigenti dell’ex-Cascina. Devo però dire che hanno dimostrato una scarsa sensibilità nei confronti della città ed in un sol colpo hanno cancellato trent’anni di storia. Anche se non è una cosa facile, probabilmente avrebbero potuto forzare un po’ la mano nel pretendere che rimanesse la parola ‘Cascina’ all’interno del nome della nuova società, ad esempio ‘Cascina Mobilieri Ponsacco’, come è già successo in numerose altre situazioni analoghe (Venezia Mestre, Ancona Matelica o, più vicino a noi, Gavorrano Follonica e Ghiviborgo, ndr).

luca.barboni