La bellezza del vincere senza sofferenza nel finale
Era dal luglio scorso che il Pisa non vinceva con almeno due reti di scarto all'Arena Garibaldi. De Vitis, Quaini e Marsura, la spina dorsale che ha paralizzato la Spal
Il Pisa torna a vincere all’Arena dove i tre punti mancavano dal 30 gennaio scorso e lo fa con grande autorevolezza, regalando finalmente in finale di partita senza patemi e senza ansia come non capitava dal 3 luglio scorso, quando i nerazzurri batterono il Cittadella 2-0, per trovarne una con tre reti di scarto bisogna invece andare al 15 settembre 2019, Pisa-Cremonese 4-1, poi ancora tante vittorie ma tutte di misura con il finale di partita da il cuore in gola.
Questa volta la musica è stata diversa il Pisa, ancora costretto a rinunciare ad 8 (otto) giocatori, ha impiegato un tempo per prendere le misure alla Spal, ma poi ha messo la quarta ridicolizzando a tratti l’avversario, prima del raddoppio di Mazzitelli si sono contate almeno quattro nitide palle goal, mentre dall’altra parte il buio assoluto, anche grazie ad una linea difensiva, composta dalla coppia inedita Benedetti-De Vitis che non ha concesso nulla e ad un centrocampo, con Quaini in grande spolvero, che ha fatto il giusto filtro non facendo mai arrivare palle giocabili in avanti.
La copertina della partita è giusto che la prenda Davide Marsura, il giocatore stava scivolando nella sezione oggetti misteriosi, ma aveva soltanto bisogno di giocare. Veniva da una situazione sempre tanto spiacevole, quanto grottesca nella sua precedente squadra, poi per lui solo qualche spezzone senza la giusta continuità. Appena D’Angelo lo ha messo in campo per due partite di fila, ha mostrato il suo valore segnando una rete da rapace di area di rigore, servendo un assist al bacio dopo una ripartenza entusiasmante e facendosi trovare sempre al posto giusto al momento giusto quando serviva far alzare il baricentro della squadra e difendere palloni importanti.
La controcopertina invece va a Raul Asencio, non meriterebbe spreco di parole, ma va sottolineato come il centravanti viziato anche ieri abbia perso una buona occasione per dare un segnale di maturità. Non c’è un’età per diventare adulti, ognuno ha il suo percorso di crescita, ma qualcuno spieghi ad Asencio che il tempo a sua disposizione è quasi scaduto. Oltre ad aver giocato una partita impalpabile, che certo non lo ha fatto rimpiangere, si è pure permesso il lusso di battibeccare con la panchina nerazzurra che invece si dovrebbe limitare a guardare con rispetto e rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Tutto sommato ci ha fatto un favore, bonariamente affermo sempre che a Pisa non ci si accontenta mai, tanto che “il miglior centravanti è sempre quello che è appena andato via”, ecco, Raul Asencio è semplicemente l’eccezione che conferma la regola.
foto di fabio fagiolini/pisa sc