La bipolare Cascina
Cascina terra di sperimentazione politica. A sette giorni dal voto, l’importanza del risultato, anche in chiave nazionale, riunisce i vari poli
Bipolarismo: repentino alternarsi di stati d’animo completamente diversi fra loro, ma anche, continua il dizionario, in politica due e solo due correnti di pensiero contrapposte.
A Cascina di tutto di più. Fenomeno politico analizzato e psicanalizzato quattro anni fa, quando la Lega conquistò lo scranno cittadino più alto con Susanna Ceccardi ed i suoi assessori che giurarono amore eterno a alla città ed ai suoi abitanti, salvo poi, uno dopo l’altro, restare ammaliati da assemblee parlamentari ben più risonanti sia all’interno delle mura romane che oltralpe, dove ci si barcamena per tenere insieme il vecchio continente.
Quattro anni dopo Cascina prosegue il suo percorso di laboratorio, passando da quelli artigianali del mobile tipico di un XX secolo ormai sempre più lontano, a quello meno romantico di politico. Da una parte il difficile metabolizzare la sconfitta, dall’altra la fuga dei vincitori (a proposito, ma non sono i vinti che di solito scappano? Mah! Cascina mostra una personalità assai particolare anche in questo) ha prodotto un vero e proprio tutti contro tutti che, se a sinistra è, ahimè, piuttosto consueto, bipolari masochisti che non sono altri, a destra è fenomeno assai raro e inconsueto. Ma in quale città, se non a Cascina, si poteva arrivare a tanto? E così nascono due liste a destra dove volano gli stracci nel corso degli ultimi consigli comunali, e due a sinistra dove gli stracci ormai si son persi a forza di tirarli da una parte e dall’altra. In mezzo si nasconde il civismo, ma all’interno di questo c’è chi strizza l’occhio da una parte e chi dall’altra. Insomma, tutti contro tutti, nel vero spirito della battaglia di Cascina più volte evocata anche dal nostro giornale per simboleggiare questa tornata elettorale.
Finito il primo tempo, si rimette la palla al centro, e scoppia la pace: a sinistra Betti, Masi e persino Poli trovano quella quadra inseguita per mesi, a destra Cosentini e Rollo si riabbracciano (pardon, si toccano il gomito), in nome di quell’unità perduta, con tanto entusiasmo da trascinarci dentro anche l’unico che era rimasto fuori: Parrini, che però nel tempo di un battito di ciglia smentisce tutto e si chiama fuori, almeno per ora. Mancano sette giorni al voto e Cascina oggi si scopre bipolare, o forse riguardando la storia politica recente, lo è sempre stata. Chissà!