La Casa della Donna aderisce al corteo di "Non una di meno Pisa"
Si avvicina l’8 marzo e il corteo organizzato da Non una di meno Pisa al quale la Casa della donna ha deciso di aderire
Questo il comunicato integrale
Come associazione abbiamo deciso di concentrare il messaggio politico dell’8 marzo e della giornata di sciopero su un forte e chiaro no alla guerra, perché ci sembra più che mai urgente gridare a voce altissima che la guerra non è la soluzione delle controversie, ma è l’espressione più estrema della violenza della società patriarcale
Vogliamo urlare la nostra rabbia contro la virilità guerriera che porta la barbarie nella storia, perché rifiutiamo l’ondata di violenza patriarcale e bellicista che si sta diffondendo in Europa e nel mondo. La violenza che disumanizza l’altro e distrugge l’empatia di fronte alle morti e alle sofferenze. Perché la violenza minaccia non solo i rapporti tra gli Stati e tra gruppi, ma tutto il sistema di relazioni umane.
Non ci arrendiamo a che la guerra continui a segnare il mondo con il suo carico di distruzione e morte, all’indifferenza che avanza, all’uccisione indiscriminata di civili, di intere popolazioni, non ci arrendiamo alla “logica” delle armi, alle spese militari che crescono vertiginosamente al rischio dell’abisso nucleare, a nuove cortine di ferro, alle nuove forme di colonialismo, alla distruzione della democrazia che la guerra porta con sè.
Chiediamo la fine dei bombardamenti e la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi,
Vogliamo che si fermi il genocidio in corso, vogliamo che finisca l’occupazione pluridecennale dei territori palestinesi,
Vogliamo che la vita torni a Gaza e in Cisgiordania.
Chiediamo che il governo italiano e l’Unione Europea assumano l’iniziativa diplomatica per il cessate il fuoco permanente e perché si inizi il processo di pace, in accordo con le risoluzioni dell’ONU.
Chiediamo il riconoscimento dello stato di Palestina e che si dia immediata attuazione alla sentenza della corte di giustizia internazionale.
Chiediamo di fermare la guerra, di fermare tutte le guerre, di respingere la logica delle dimostrazioni di forza: un’altra idea di sicurezza è possibile, la reciproca sicurezza di ogni paese, di ogni popolo, la sicurezza che vogliamo, il solo realismo possibile, è costruire la pace.