La Croce Rossa di Pisa risponde ai sindacati: stipendi sempre pagati

Cronaca
PISA e Provincia
Martedì, 27 Giugno 2023

Nota del Comitato Provinciale di Pisa

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Riporta la nota CRI.

Particolare stupore ha destato il comunicato stampa della FP CGIL di Pisa e della Rappresentnza Sindacale Azindale (RSA) in ordine a problematiche lamentate. Comunicato che porta con se errori imprecisioni e anche una falsità documentabile.

Andiamo per gradi.

Il Comitato Provinciale della Croce Rossa di Pisa (nella sua accezione di Ente Pubblico Non Economico) ha cessato definitivamente la propria attività il 31/12/2013, a seguito della applicazione del Decreto Legislativo 28 settembre 2012 (Riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce Rossa (C.R.I.), a norma dell'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183).

Dal 1 gennaio 2014 nasce una nuova Associazione della Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Pisa di “Diritto Privato” perdendo tutte le competenze provinciali (dal 01/01/2016 perde anche la denominazione di Comitato Provinciale). La nuova Associazione è affidata ope legis interamente ai propri Soci CRI riuniti in Assemblea i quali, in base allo Statuto CRI (ovviamente uguale per tutti i Comitati CRI d’Italia), ne determinano la nuova organizzazione ed affidano la titolarità della rappresentanza legale ad un Presidente e la gestione ad un Consiglio democraticamente eletti.

Il personale dipendente di ruolo il cui costo era coperto dalle attività territoriali in convenzione, alla data del 15/06/2014 è assunto con contratto privatistico CCNL ANPAS (passando poi nell’agosto 2022 al CCNL CRI).

Negli anni, mai è venuto meno un confronto sindacale serio e costruttivo, che ha portato anche buoni risultati.

La gestione dei rapporti con il personale è stata improntata sempre al rispetto del CCNL applicato, pur anche nel periodo di maggiori difficoltà per le Associazioni di Volontariato che, come è ormai noto e riconosciuto, hanno profuso la massima operatività soprattutto nei due anni:

  • Di emergenza COVID 19 (Hub vaccinale, Tamponi, servizio sanitari, servizi sociali, servizi di logistica e protezione civile diretta ai cittadini e di supporto alle Istituzioni pubbliche quali AOUP, ASL, SDS e Comuni),
  • di accoglienza sfollati provenienti dall’Ucraina in guerra,
  • di risposta ai bisogni crescenti delle famiglie e delle persone sole,
  • di presa in carico dei bisogni sanitari trascurati dalle persone meno abbienti (Officine della Salute, Tempo della Gentilezza, …),
  • di alimentazione delle mense di carià e delle associazioni sociali e parrocchiali esse stesse dedite ad assistere territorialmente le fragilità delle persone vulnerabili.

Tutto questo sopra detto ed anche la realtà dei fatti circa la situazione che affligge ormai da tempo quello che oggi è chiamato il Terzo Settore, che ha fatto già collassare prima la Misericordia di Pisa (molti lavoratori hanno perso il lavoro improvvisamente) e la PALP (altri lavoratori che hanno perso il lavoro improvvisamente), facendo rischiare molto soprattutto anche a CRI Pisa e in parte anche a PA Pisa, è definito dal sindacato stesso "La 'litania auto assolutiva' con la quale da sempre viene aperto ogni incontro, finalizzata ad impietosire la delegazione sindacale per le criticità di ordine economico che affliggono il terzo settore, …” e che più di altro ben documentabile mortifica ed offende un Presidente, una amministrazione e una intera Associazione di Volontariato che proprio ieri sera in Assemblea, quando il Presidente ha rimesso il mandato all’Assemblea, questa ha votato all’unanimità dei presenti la piena fiducia e il grande compiacimento per il lavoro straordinario svolto per portare il risanamento del bilancio ed uscire da una crisi per certi aspetti frutto della volontà di rispondere con presenza e servizio, anche quando i fatti avrebbero suggerito di ridurre drasticamente la disponibilità di servizio per spese elevate a
fronte di ristori delle convenzioni che non riuscivano a coprirle.

Ma come avrebbe fatto la CRI a dire “non siamo disponibili” davanti alle richieste pressanti ed accorate di cittadini, famiglie e istituzioni?

Siamo consapevoli che il detto “fai del bene e dimentica, …” impone il “fare” senza aspettarsi “riconoscenza”; è una missione di noi Volontari fare per il prossimo senza chiedere niente in cambio, ma essere tacciati per coloro che violano il rispetto e la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro e dei contratti aziendali, questo non lo accettiamo!

Le assunzioni sono regolari e conformi da sempre e basate oggi su selezione per curriculum e colloquio, dando prelazione al ricollocamento proprio al personale interno (questo ha favorito anche il ricollocamento degli esuberi senza procedere finora ad alcuna procedura di licenziamento).

I problemi derivanti dalla carenza di liquidità (si fanno servizi sempre più impegnativi, quindi si spende molto nell’immediatezza per avere il rimborso dopo almeno 60 giorni, ma per alcune convenzioni abbiamo atteso il saldo fatture a oltre 1.100 giorni da parte di una P.A., quindi oltre tre anni), hanno imposto a questo Comitato CRI di dover ricorrere alla richiesta di importanti anticipazioni bancarie sulle fatture emesse (sulle quali tutti gli oneri gravano anch’essi sul bilancio associativo) per onorare il pagamento mensile senza MAI mancare la corresponsione dello stipendio.

Siamo “colpevoli” di aver ricevuto magari qualche volta con 2-3 giorni di ritardo l’accredito delle somme dai nostri debitori, ma MAI abbiamo mancato il pagamento degli stipendi, è una falsità consapevole e cosciente dire che lavoratori non hanno ricevuto il pagamento dello stipendio!

Anche sulla “definizione di alcune indennità che il CCNL prevede siano contrattate al livello aziendale”, nel tavolo del 24/12/2022 (è a verbale) fu indicato chiaramente che il tavolo aziendale per l’applicazione delle indennità è quello “regionale” (che peraltro sta già lavorando su questo argomento), e anche il nostro Comitato ha dichiarato anche nell’ultimo incontro del 29 maggio 2023 che stabiliti gli importi e le modalità di riconoscimento delle indennità a chi spettano, il Comitato si adeguerà puntualmente, ma che non farà alcuna trattativa aziendale locale a Pisa proprio perché la competenza è regionale e comunque decidere per Pisa rispetto agli altri Comitati potrebbe evidenziare
una discriminazione fra lavoratori della stessa “Rete Associativa CRI” che applicano lo stesso contratto di lavoro.

Anche le criticità lamentate nella gestione dei CAS (centri di accoglienza straordinaria e non centri di accoglienza stranieri) riguardano principalmente le modalità emergenziali del servizio e la necessità di assorbire per quanto possibile criticità che potrebbero diversamente proiettarsi sul territorio.

Dal 2016 lo sforzo di CRI Pisa su questo servizio è sempre stato al massimo delle possibilità e nel rispetto delle condizioni previste dal servizio e la maggior parte del personale stesso è consapevole come lo è tutta l’Associazione, del grande sforzo profuso dalla maggior parte del personale e dell’amministrazione che pur deve far fronte con le problematiche legate all’emergenzialità del servizio ed alla
difficoltà di reperire fornitori disposti ad anticipare prodotti e servizi sapendo di poter incassare quanto dovuto con ritardo (alcuni fornitori non sono strutturati per sopportare oltre misura questo aggravio ed interrompono o rinviano le disponibilità).

La situazione di bilancio consuntivo 2022, deliberata ieri dall’Assemblea, riporta la gestione in equilibrio con una chiusura positiva di +6.638 €., con un andamento in costante miglioramento.

La CRI di Pisa, che proveniva da una stagione di bilanci positivi e virtuosi dal 2014 al 2019, nei due bilanci 2020 e 2021 ha complessivamente maturato una perdita di 1.025.000 circa, che la ha costretta a dover dismettere patrimonio immobiliare per quasi 1.200.000 €., scelta consapevole e voluta e assunta all’unanimità dall’Assemblea dei Soci CRI di Pisa e i cui effetti saranno sul bilancio 2023.

redazione.cascinanotizie