La Leopolda che non c'è, la cultura chissà
Due opinioni diverse sulla "Nuova Leopolda" a Pisa, da una parte Maurizio Nerini di Fratelli d'Italia e dall'altra Enrico Bruni del PD con due distinti comunicati
Nerini parla di boom di presenze, ma dimentica che tutti gli eventi che si sono tenuti e si terranno sino alla fine dell'anno sono stati concordati e programmati precedentemente alla nuova gestione da parte di "Patrimonio Pisa" che, per altro, sul proprio sito non fa figurare ancora la ex stazione ferroviaria e poi mercato ortofrutticolo ed infine luogo di aggregazione sociale e al tempo stesso di eventi di richiamo regionale e nazionale.
La Leopolda è invece adesso spazio per solo eventi con costi che solo grandi organizzazioni si potranno permettere e poco centro creativo culturale associativo.
I soldi sono tutto? La cultura la si deve considerare semplicemente come merce di scambio turistico? Visto che Pisa ha perso tutti i suoi luoghi sociali di aggregazione, anche le ludotece latitano. Forse sarebbe auspicabile una doppia linea di programmazione culturale: da una parte i grandi eventi acchiappa turisti (che a Pisa, escluso l'Internet Festival, non ci sono, anzi cercano malamente di scimmiottare i lucchesi, vedasi i concerti del settembre pisano) e dall'altra una politica di sostegno alle culture delle giovani generazioni (ma forse si chiede troppo all'assessore alla cultura Bedini tra un Ezra Pound e un Tolkien di turno).
Merce, marketing, rendere tutto remunerativo nel nome del "turismo culturale", vale a dire la sterilizzazione di nuove creative leve della cultura pisana e nazionale.
Pubblichiamo i due comunicati stampa integrali, quello di Maurizio Nerini e quello di Enrico Bruni.
Maurizio Nerini, capogruppo Fratelli d'Italia
I positivi dati sulla rinascita delle attività alla Leopolda in una città normale dovrebbero esser fonte di apprezzamento, ma invece a Pisa non si perde l'occasione per polemizzare e provocare.
In questi mesi si sono sprecati interventi scomposti e interessati da parte delle minoranze cercando di difendere l'indifendibile raccontando fandonie e cercando di coinvolgere nello scontro le associazioni che eran le prime vittime della mala gestione della struttura.
Se l'anima dello spazio era quella di far guadagnare qualcuno a scapito di tutte le associazioni appunto, bene aver fermato tutto prima di un crack inevitabile con debiti pregressi importanti e impegni contrattuali disattesi gravissimi.
In tutto questo le associazioni pagavano sembra più a seconda della vicinanza politica, che per un tariffario preciso, non avevano nemmeno accesso al calendario degli eventi, figuriamoci alla loro programmazione, con un confronto che esisteva solo con le “collaborazioni strategiche” riferite di stampo prettamente politico che hanno proliferato per vent'anni.
La nostra parte politica ha preso atto coerentemente della situazione, ha fatto la precisa scelta di affidare la gestione a Patrimonio Pisa con l'amministratore unico Matteo Degl'Innocenti e questo ha dato una solidità al progetto immaginato per quegli spazi confermata oggi da una crescita per tutta la comunità cittadina.
Il boom di presenze da accreditare alla gestione passata quindi non trova davvero riscontro, anche se a dirlo è un giovane rampante del PD galvanizzato da un premio alla fiducia della sua influenza politica tutta ancora da dimostrare.
Enrico Bruni, consigliere comunale del PD
“Nessuna rinascita, solo apparenza”
“Dopo che la Giunta ha deciso prepotentemente di porre fine all’esperienza Casa della Città, la Stazione Leopolda si è trasformata nell’ennesimo spazio in città privo di anima” è questa la denuncia che arriva dal consigliere comunale PD Enrico Bruni che si fa fotografare di fronte ai cancelli della struttura sigillati. L’allarme arriva dopo le dichiarazioni della Patrimonio Pisa che annunciava la “rinascita della Leopolda” che il consigliere Bruni reputa “una provocazione col tentativo di perseguire una damnatio memoriae di un’esperienza pluridecennale frutto della collaborazione di precedenti amministrazioni progressiste e delle associazioni della città”.
“Le presenze annunciate a mezzo stampa per i mesi di novembre e dicembre sono per la gran parte frutto del lavoro della gestione precedente” – spiega Bruni – “La Leopolda aggrega grazie a un lavoro fatto incessantemente dal 2001 fino ad oggi. Perciò le buone percentuali di prenotazione annunciate dal nuovo gestore non dovrebbero stupire in un quadro in cui quegli spazi sono stati animati per più di 20 anni tessendo collaborazioni strategiche con le realtà locali e non solo”.
“Ciò che preoccupa maggiormente è la definitiva trasformazione del progetto di aggregazione e presenza tra quartieri complessi, come Porta Fiorentina e la stazione, in uno spazio come qualsiasi altro” – afferma Bruni – “da mesi è depositato un argomento in IV Commissione proposto dai commissari e uditori della Coalizione di centrosinistra attraverso cui volevamo mettere al tavolo Giunta e società partecipata per sollecitare un confronto pubblico per la gestione degli spazi. La parte politica ha avanzato, però, scuse su scuse per non presentarsi in commissione confermando la debolezza del disegno immaginato per quegli spazi”.
“Proprio questo è il punto” – conclude Bruni – “ciò che è criticabile non è un amministratore delegato che nell’interesse della società imbastisce un piano imprenditoriale, ma lo è invece la parte politica che manda avanti quella imprenditoriale per nascondere dietro gli annunciati profitti un vuoto immenso, ovvero l’assenza di un’anima che sottenda i progetti di questa destra, ma soprattutto l’incapacità di immaginare occasioni di crescita di una comunità cittadina fatta di molti e non di pochi”.