La Leopolda sfrattata, le reazioni della politica

Politica
PISA e Provincia
Giovedì, 18 Aprile 2024

La chiusura di un altro bene comune a disposizione della comunità pisana da parte del Sindaco Conti e dell'assessore Bedini (delega al patrimonio ma pubblicamente non si è mai espresso in proposito) provoca le reazioni della politica cittadina

Due gli interventi a difesa delle 40 associazioni che, da un giorno all'altro, si ritrovano senza una sede, uno spazio, un luogo dove fare attività. Da parte del segretario comunale del PD, Andrea Ferrante e dal consiglire comunale di Diritti in Comune, Ciccio Auletta

Questo il comunicato del PD

FERRANTE (PD): CONFERIMENTO LEOPOLDA A PATRIMONIO SPA È UN ERRORE. LA GIUNTA SI FERMI. 

Apprendiamo dalla stampa, a poche settimane dalla votazione in Consiglio Comunale sulla variazione di statuto per Patrimonio SpA, che nei prossimi giorni saranno "sfrattate" dalla Stazione Leopolda le associazioni che l'hanno virtuosamente fatta vivere per venti anni come spazio civile, sociale e culturale aperto a tutti.
Un grave errore, nel merito e nel metodo.
Avevamo chiesto, nel dibattito consiliare, tempi adeguati per discutere di fronte ai cittadini del futuro di queste risorse, che sono di tutti, senza forzature e fughe in avanti. Abbiamo trovato fin da allora una preoccupante chiusura, che ci era sembrata il preludio di un possibile "colpo di mano" politico, con cui mettere i soggetti interessati e la città di fronte al fatto compiuto, senza che si fosse discusso alcun progetto che non fosse lo sfruttamento commerciale dell'immobile.
Fa specie che, con tanti beni scarsamente valorizzati e utilizzati, il Comune voglia iniziare proprio spegnendo un'esperienza positiva e viva.
Chiediamo alla Giunta di fermarsi e ripartire da un dialogo con le associazioni.
Dal canto nostro, siamo pronti ad opporci a quello che ci sembra un provvedimento sbagliato e intempestivo che prepara un ulteriore impoverimento del tessuto sociale e culturale di Pisa.

Questo l'intervento di Ciccio Auletta

Il patrimonio pubblico è un bene comune: dalla Leopolda all'SMS, passando per i Vecchi Macelli e altri immobili, la destra fa il deserto 
  
La lettera di sgombero da parte della Giunta Conti al cartello delle associazioni della Casa Leopolda è la logica conseguenza delle scelte che la destra sta operando in questi mesi sulla gestione del patrimonio comunale, scelte contro cui ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze. Avevamo ripetutamente denunciato che questi sarebbero stati gli esiti in occasione della approvazione della delibera riguardante il trasferimento di immobili comunali importantissimi quali la Leopolda, gli Arsenali Repubblicani, i Vecchi Macelli, alla Patrimonio Pisa srl. 
  
L’approvazione di quella delibera, la cui legittimità abbiamo contestato, è stata un colpo di mano senza precedenti dal punto di vista dell’indirizzo politico sul patrimonio immobiliare del Comune di Pisa, condotto non a caso in tempi strettissimi e senza alcun confronto con il tessuto associativo della città a partire dalle stesse realtà che svolgono attività alla Leopolda. 
  
Noi siamo stati e siamo assolutamente contrari al trasferimento di questo patrimonio fondamentale per la vita culturale ed associativa della città ad una società che, come scritto chiaramente nello statuto, opera secondo criteri di mercato, criteri che nulla hanno a che vedere con le finalità prioritarie e gli obiettivi di questi spazi. La lettera di sfratto dimostra quanto sia gravido di nefaste conseguenze aver aperto a questa ipotesi. 
  
Occorre quindi una grande mobilitazione generale della città sulla questione dell’uso di tutti gli spazi sociali e culturali, compreso anche il futuro delle Ex-Stallette, un complesso ristrutturato con fondi pubblici (come la Leopolda) di grandissimo valore storico, artistico e culturale, che il Comune pensa addirittura di vendere. Si tratta in tutti questi casi di patrimonio pubblico, di beni che devono essere messi nella piena disponibilità della cittadinanza, attraverso percorsi di partecipazione ed autogestione, tanto più che nella nostra città, proprio a causa delle politiche prima del centrosinistra o ora della destra sono stati ridotti quasi a zero gli spazi pubblici per la cultura e l’aggregazione. 
  
Nel caso specifico della Leopolda, infine, abbiamo sempre contestato il meccanismo per cui il Comune ha definito un canone di mercato assolutamente insostenibile per le associazioni, salvo calmierarlo con un contributo per le attività che in realtà serviva a pagar l’affitto. Da sempre noi proponiamo un cambiamento del Regolamento comunale sul patrimonio prevedendo abbattimenti dei canoni fino al 99% perché questi spazi non possono rispondere in alcun modo a logiche di mercato e non possono essere affidati a una gestione condominiale sotto la direzione di una società immobiliare come intende fare la destra. Occorre, invece, garantire l’indipendenza e l’autonomia delle associazioni e dei loro percorsi e progetti nell’uso degli spazi, valorizzando le reti e le interazioni. 
  
Tra riqualificazioni di facciata, svendite e privatizzazioni di beni comunali, fallimenti eclatanti come quello del Centro espositivo SMS, si sta realizzando un deserto in città a cui dobbiamo opporci. Porteremo subito la questione in tutte le commissioni competenti e in consiglio comunale per bloccare questa operazione. 
  
Ciccio Auletta - Diritti in comune: Una città in comune  - Unione Popolare

Così Legambiente pisa.

LA BRUTTA FINE DI UNA BELLA STORIA

Le molte associazioni che da trenta anni hanno vissuto e hanno fatto vivere gli spazi della ex stazione Leopolda devono abbandonarli: la struttura sarà gestita dal Comune tramite la società partecipata “Patrimonio Pisa” che, per statuto, ha il compito di “ottimizzazione l’utilizzo e la valorizzazione secondo criteri del mercato degli immobili”. Non potendo le associazioni della “Casa della Città Leopolda” soddisfare la richiesta di affitto annuale di 120.00 euro (il criterio di mercato), sono state invitate a abbandonare gli spazi e, con loro, la positiva comune esperienza cittadina

La “stazione” ha una storia lunga e significativa: dalla costruzione in epoca leopoldina nella prima metà del diciannovesimo secolo, all’abbandono dopo la costruzione della stazione centrale per diventare nel 1929 sede del mercato ortofrutticolo sino al 1994. Persa anche questa funzione, molte associazioni pisane si sono impegnate per sottrarre quei pregevoli spazi storici alla speculazione edilizia e realizzare la sede di una “associazione delle associazioni”, dove gli spazi condivisi potessero essere utilizzati per fini comuni. Così è stato dopo la pregevole ristrutturazione a opera del Comune del 1996: un luogo di elaborazione, partecipazione e organizzazione di iniziative utili a tutta la città. Con questa idea è nata la “Casa della Città Leopolda”.

Se il condivisibile obiettivo, dichiarato dal sindaco Michele Conti, è “far vivere questi spazi”, la misura amministrativa va in direzione opposta.

 

redazione.cascinanotizie