La mobilità solo dopo avere ripensato e promosso una Pisa policentrica
Il Comune cabina di regia di un uovo sviluppo turistico
Ha scritto il gruppo consiliare La città delle persone.
Nell’interessante dibattito sulla mobilità urbana di questi giorni, c’è una considerazione-chiave ancora non emersa: l’importanza di costruire una città attrattiva non solo nel centro storico, con iniziative e azioni di valorizzazione di luoghi anche più decentrati, che hanno però un alto potenziale dal punto di vista artistico, museale, commerciale o ricreativo.
Pensiamo ai diversi musei adiacenti ai lungarni, le nuove e vecchie esposizioni di murales presso Sant’Antonio e Porta a Mare, i percorsi ciclo-pedonali che collegano la basilica di San Piero al parco di san Rossore, magari promuovendoli in maniera integrata all’offerta turistica costituita dalla torre e altri luoghi più famosi.
Lo si può fare co-progettando con enti gestori, strutture turistico-ricettive e operatori del turismo degli incentivi a sostare più a lungo in città per godere di tali percorsi, pensando a biglietti integrati e forme di mobilità allargate. Questo potrebbe consentire di distribuire i flussi turistici senza congestionare il centro, anche in termini di occupazione degli alloggi, garantendo al contempo una più lunga permanenza dei turisti. Lo si potrebbe fare, inoltre, tramite sconti e attività di marketing territoriale effettuate in accordo con l’aeroporto, come ben suggerito dagli Amici di Pisa.
Sul tema del commercio, del divertimento e della socialità di chi qui abita, è fondamentale uscire dalla logica che il centro storico debba essere l’unico polo attrattivo. L’amministrazione dovrebbe valorizzare in modo sistemico le diverse attività che provano a resistere in quartieri limitrofi al centro storico o anche lontani: i mercati di quartiere, i circoli sportivo-culturali o i parchi urbani periferici. È necessario che l’amministrazione faccia da cabina di regia per progettare con gli operatori e i gestori di queste realtà delle iniziative, delle mappe poli-funzionali o delle carte multi-servizi, uscendo dalla logica provinciale dell’unico e piccolo centro come luogo di interesse.
Solo dopo aver ripensato la città in funzione policentrica sarà possibile ripensare alla mobilità urbana senza pregiudizi che mirano più o meno inconsciamente a concentrare l’interesse verso il solo centro storico. La mobilità, i parcheggi, le infrastrutture vanno infatti progettati in modo funzionale a dove si intende offrire valore per la cittadinanza e i turisti.