"La nascita di un'identità. La civiltà del legno a Ponsacco". Sabato 7 ottobre presentazione a Teatro
Alle 17 sarà proiettata una sintesi del documentario
Ha scritto il Comune di Ponsacco.
Si chiama "La nascita di un'identità. La civiltà del legno a Ponsacco" ed è un documentario che raccoglie alcune testimonianze sull'arte di lavorazione del legno tutta ponsacchina. Un progetto iniziato a maggio 2023 con l'appello rivolto alla cittadinanza. In teatro, sabato 7 ottobre, verrà proiettata una sintesi dell’intero girato che è stato suddiviso in capitoli tematici, i quali potranno essere consultabili.
Il documentario sarà a disposizione della cittadinanza e potrà essere visionato anche al Museo del Legno grazie al nuovo sistema di digitalizzazione che si sta attuando in questo periodo. In questo modo le testimonianze dirette renderanno più vivo e tangibile tutto ciò che il Museo conserva.
Il documentario sull’Artigianato del legno a Ponsacco è a cura della Direzione del Museo del Legno e della Compagnia Semi Volanti
Coordinamento e Direzione artistica Eva Malacarne in collaborazione con Rita Dal Canto, Sonia Campa, Martina Mazzei
Video e grafica Giacomo Saviozzi
Montaggio Eva Malacarne e Giacomo Saviozzi.
Progetto realizzato grazie al contributo di Banca Popolare di Lajatico.
Di seguito la presentazione del documentario scritta da Eva Malacarne presidente della compagnia Semi Volanti.
LA NASCITA DI UN’IDENTITA’
La civiltà del legno a Ponsacco
Nei primi del ‘900, Ponsacco contava poco più di 5000 abitanti, molti senza un lavoro fisso: contadini, mattonai, gremignaie, legnaioli e falegnami, ladri di polli per fame e anche “rubbaorsi”… In seguito alla Liberazione del nazifascismo, le sofferenze, la povertà, ma al tempo stesso la voglia di riscatto unita al grande ingegno di molti artigiani, fecero sì che Ponsacco divenne in pochi anni il luogo simbolo della produzione del mobile in legno in Italia.
Scrive Furio Bartorelli giornalista de “Il Tirreno nel 1955:
“Ponsacco è la patria dei falegnami; vi pullulano come funghi dopo la pioggia: trovi botteghe da tutte le parti; una a fianco all’altra, nelle viuzze, nelle strade principali; nelle piazze, ovunque esista un fondaco, un pertugio, un sottoscala, un ingresso. Si lavora, dall’alba al tramonto, fino a sera inoltrata, talora anche di notte quando il lavoro urge.
E’ un po' come il paese delle api industriose dove capitò un giorno il burattino Pinocchio… vi sono strade quaggiù dove ho contato, in una lunghezza di poche decine di metri, almeno 20 botteghe; e le riconosci facilmente dal deposito di trucioli, dalle strisce di vernice sui portoni, dagli oggetti che vedi fuori: sedie, tavolini, persiane, sporti, sportelli, armadi; e nelle strade si scalda la colla, si mescolano le vernici, si appoggiano le tavole...”
Dagli anni ‘50 si costruisce l’identità sociale e economica di Ponsacco ed esplode il boom demografico: l’orgoglio del proprio lavoro, le feste condivise e amate, il cinema proiettato al Teatro Verdi e il Corso frequentatissimo e animatissimo. Si è costituito un importante senso di appartenenza ad una comunità ben riconoscibile. Lo ‘spirito e l’identità Ponsacchina’ era conosciuta e riconosciuta in tutta Italia e all’estero, grazie al commercio dei mobili.
I periodi devastanti come quello dell’ultima guerra, generano spesso personalità forti, ingegnose e senso di comunità, valori che poi tendono a disperdersi con il benessere.
Il documentario racconta “La civiltà del legno” di Ponsacco attraverso le preziose testimonianze dirette di coloro che l’hanno vissuta; è la Memoria delle emozioni, degli aneddoti, del modo di ‘sentire’ il lavoro, delle relazioni e dell’identità della nostra comunità.
Ricordiamo che esiste un rigoroso lavoro di documentazione storica sull’argomento: La civiltà del legno di Benozzo Giannetti e Fausto Pettinelli, fondamentale per ricostruire date, nomi, contenuti, con il metodo della ricerca storica.
Il nostro obiettivo principale è stato quello di indagare le relazioni e i rapporti umani che hanno plasmato il tessuto sociale di Ponsacco.
Intervistando gli anziani artigiani, abbiamo scoperto che il successo del paese non è stato semplicemente il risultato delle loro abilità artigianali, ma anche della forza delle relazioni con il territorio e tra loro.
Tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80 Ponsacco ha potuto vivere la rara prospettiva di fiducia in un futuro che potesse essere realmente alla portata di mano di tutti. Si faceva spazio all’iniziativa e ingegno individuale, all’interno di un tessuto sociale che viveva una dimensione socio-emotiva vivace e umanamente connessa. Si vivevano sfide e competizioni, burle, solidarietà, tutti ingredienti che hanno restituito nel tempo un senso di coesione, di destino comune, di avere qualcosa da raccontare gli uni degli altri e per gli altri.
La storia di Ponsacco è, quindi, anche una storia di rinascita e speranza di una comunità, che è stata capace di far crescere e condividere, con caparbietà e leggerezza le risorse umane e creative del suo territorio, sempre però con una grande apertura all’esterno. In questa Memoria indirizzata alle generazioni future, forse sta la chiave per vivere il nostro presente e costruire il futuro della nostra comunità.